LA SITUAZIONE
VENEZIA Per la prima volta ieri i ricoveri Covid negli ospedali

Giovedì 15 Aprile 2021
LA SITUAZIONE
VENEZIA Per la prima volta ieri i ricoveri Covid negli ospedali del Veneto sono scesi sotto il picco della prima ondata. I degenti erano 2.013 al mattino e 2.008 al pomeriggio, meno dei 2.084 registrati nella giornata nera del 31 marzo dello scorso anno. «Ormai stiamo registrando numeri da zona gialla e bisogna pensare a riaperture graduali, soprattutto in vista del liberi tutti o quasi degli Europei di calcio», ribadisce il governatore Luca Zaia.
LA TENDENZA
In una regione che ha ormai totalizzato 8.842.741 tamponi, di cui 4.766.501 molecolari e 4.076.240 rapidi, il virus circola con un'incidenza inferiore al 3%, più che dimezzata rispetto a poche settimane fa (nelle ultime ventiquattr'ore contabilizzate, il tasso di positività è del 2,67%). Ma a far ben sperare sono anche i dati delle strutture ospedaliere. «La tendenza dell'infezione a livello regionale, sia in area non critica che nelle Terapie intensive, si sta abbassando», sottolinea Zaia, mostrando i grafici che evidenziano la flessione. Fra i due tipi di ricoveri, la forbice della progressione si sta restringendo: a dicembre il rapporto era di un paziente intubato ogni 8 accolti negli altri reparti, adesso è di uno ogni 5,5. In serata, secondo la rilevazione di Agenas, il tasso di occupazione dei posti-letto in Terapia intensiva è ulteriormente sceso al 26%, a fronte di una soglia del 30%.
IL BOLLETTINO
Il doppio bollettino di giornata conferma il miglioramento complessivo della situazione in Veneto. Sono stati riscontrati 1.007 nuovi casi, per un totale di 398.095 dall'inizio dell'emergenza. I ricoverati in area non critica calano a 1.737 (-32), quelli in Terapia intensiva a 271 (-10). Purtroppo sono stati contati altri 17 decessi, che aggiornano il bilancio a 11.025.
Guardando al resto del Nordest, anche dal Friuli Venezia Giulia arrivano segnali di ottimismo. I nuovi positivi sono 226 (in tutto 102.088), con tassi di positività compresi fra il 2,79% dei tamponi molecolari e il 5,86% dei test rapidi. Diminuiscono i degenti intubati (72, cioè -3) e quelli curati negli altri reparti (471, vale a dire -22). Altri 12 morti portano la tragica conta a 3.546.
LE ATTIVITÀ
Da questi territori provengono sollecitazioni alla ripresa delle attività economiche e ricreative. Il governatore friulgiuliano Massimiliano Fedriga, nella sua nuova veste di presidente della Conferenza delle Regioni, ha convocato per questa mattina alle 11 la seduta in cui saranno affrontate le osservazioni sull'aggiornamento delle linee-guida. L'elaborazione tecnica vede il coordinamento veneto e Zaia è molto fiducioso: «Finite le audizioni dei vari ministri sul Recovery Plan, partiamo subito con le regole per la ripartenza dei settori produttivi, ricettivi, sportivi, culturali. Credo proprio che, entro questa settimana, le Regioni chiuderanno la stesura e la presenteranno al Governo. Ricordo che il decreto entrato in vigore il 7 aprile prevede una sorta di tagliando per la classificazione dei territori. E noi, che attualmente siamo arancioni, abbiamo numeri da giallo». La valutazione potrebbe ulteriormente migliorare, se venisse accolta la proposta di inserire fra i 21 parametri della pagella pure la quantità dei vaccini somministrati, arrivata ieri sera in Veneto a 1.219.077 dosi e in Friuli Venezia Giulia a 304.540 , secondo l'aggiornamento della struttura commissariale. «Ci sono regioni puntualizza Zaia che hanno più difficoltà di noi. Del resto il Covid ci ha abituati alle montagne russe e non tutti i luna-park sono uguali: ci vuole anche fortuna. Per questo proponiamo un approccio di buon senso: nessun negazionismo, convivenza con il virus, gradualità, alleanza con cittadini».
LA PARTITA
Secondo il presidente del Veneto, il percorso dovrà snodarsi in un paio di mesi: «Ho visto che l'11 giugno saranno ammessi 20.000 spettatori allo stadio Olimpico di Roma per la partita Italia-Turchia. Liberi tutti allora? Immagino che quella sarà la parte finale della liberazione. Chi la volesse leggere in maniera maldestra, potrebbe dire che sto parlando male di questa apertura. Invece dico: bene, prendiamo atto che l'11 giugno siamo aperti, vediamo di capire strada facendo cosa si può aprire in questi 60 giorni».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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