LA SENTENZA
MILANO Con il marito, morto trent'anni fa, ha creato un piccolo impero di negozi di abbigliamento di lusso, Gavazzi. Rimasta vedova, non volendo che il marchio da lei creato finisse in mani sconosciute, all'inizio degli anni 90 preferì abbandonare l'attività imprenditoriale passando all'incasso. Peccato che abbia nascosto quel denaro al fisco attraverso un sistema di trust, trasformandosi in «latitante fiscale» per almeno cinque anni e simulando di essere residente in Svizzera e nel Regno Unito. Ora la signora Anna Maria, 92 anni, milanese, ha fatto rientrare dal Paese elvetico 15 milioni di euro, cifra record per una persona fisica, pagando il debito tributario e patteggiato otto mesi per evasione.
L'ESPOSTO DEL FIGLIO
A far scattare le indagini, con un esposto alla guardia di finanza, è stato il figlio che tra i vari documenti ha consegnato anche un intenso scambio di corrispondenza tra Anna Maria e i suoi consulenti. Da cui emerge, scrive il gip Guido Salvini, «un quadro di profonda consapevolezza» dell'anziana, che suggerisce strategie finanziarie ed elenca in più punti i motivi dell'evasione fiscale: «Desidero vivere in autonomia, senza condizionamenti da parte della mia famiglia; che il patrimonio sia al riparo dai miei eredi e da pretese fiscali ingiustificate italiane e svizzere». All'anziana, però, sono state riconosciute sia le attenuanti generiche che quella per aver estinto i debiti tributari, anche perché ha collaborato con i magistrati, ha pagato l'ingente somma all'Agenzia delle entrate il 14 gennaio scorso, ha versato un milione per le imposte del 2017 e oltre 3,6 milioni al figlio. In più l'ex imprenditrice, «istituendo il The Charlie Trust, ha disposto che il suo ingente patrimonio sia devoluto a enti di assistenza pubblica e privata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO Con il marito, morto trent'anni fa, ha creato un piccolo impero di negozi di abbigliamento di lusso, Gavazzi. Rimasta vedova, non volendo che il marchio da lei creato finisse in mani sconosciute, all'inizio degli anni 90 preferì abbandonare l'attività imprenditoriale passando all'incasso. Peccato che abbia nascosto quel denaro al fisco attraverso un sistema di trust, trasformandosi in «latitante fiscale» per almeno cinque anni e simulando di essere residente in Svizzera e nel Regno Unito. Ora la signora Anna Maria, 92 anni, milanese, ha fatto rientrare dal Paese elvetico 15 milioni di euro, cifra record per una persona fisica, pagando il debito tributario e patteggiato otto mesi per evasione.
L'ESPOSTO DEL FIGLIO
A far scattare le indagini, con un esposto alla guardia di finanza, è stato il figlio che tra i vari documenti ha consegnato anche un intenso scambio di corrispondenza tra Anna Maria e i suoi consulenti. Da cui emerge, scrive il gip Guido Salvini, «un quadro di profonda consapevolezza» dell'anziana, che suggerisce strategie finanziarie ed elenca in più punti i motivi dell'evasione fiscale: «Desidero vivere in autonomia, senza condizionamenti da parte della mia famiglia; che il patrimonio sia al riparo dai miei eredi e da pretese fiscali ingiustificate italiane e svizzere». All'anziana, però, sono state riconosciute sia le attenuanti generiche che quella per aver estinto i debiti tributari, anche perché ha collaborato con i magistrati, ha pagato l'ingente somma all'Agenzia delle entrate il 14 gennaio scorso, ha versato un milione per le imposte del 2017 e oltre 3,6 milioni al figlio. In più l'ex imprenditrice, «istituendo il The Charlie Trust, ha disposto che il suo ingente patrimonio sia devoluto a enti di assistenza pubblica e privata.
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