LA PROTESTA
VENEZIA Il prefetto di Treviso Maria Rosarià Laganà assicura:

Lunedì 26 Luglio 2021
LA PROTESTA
VENEZIA Il prefetto di Treviso Maria Rosarià Laganà assicura: «Ci saranno sanzioni, non tante quante vorremmo perché non sarà possibile identificare tutti i partecipanti, ma di sicuro ci saranno. E tutte le responsabilità verranno accertate». Nel capoluogo trevigiano, come in tutti i maggiori centri italiani, sabato pomeriggio è scesa in piazza la rabbia dei No vax, di quelli che osteggiano il green pass e, nella maggior parte dei casi, anche i vaccini. Nella centralissima piazza dei Signori, dalle 17 in poi, sono arrivate più di duemila persone. E un certo punto la questura ha chiesto alla polizia locale di chiudere le vie d'accesso al centro per evitare che si creassero ulteriori assembramenti. Intanto, le telecamere del circuito di sicurezza hanno ripreso ogni fase della manifestazione: «Non sono state rispettate le distanze di sicurezza, quasi nessuno indossava la mascherina - sottolinea il prefetto - le sanzioni sono inevitabili. Purtroppo l'importo (400 euro ndr) non è tale da essere un efficace deterrente, non è più una misura punitiva. Ormai sembra quasi una sfida».
Il prefetto ha intenzione di lanciare un segnale chiaro: le scene viste sabato pomeriggio, non solo non sono piaciute. Ma, anzi, sono state pericolose. Il rischio di un picco di contagi è elevatissimo. E poi, altro aspetto: la manifestazione non era autorizzata. «Più che non autorizzata - precisa il prefetto - non è stata data alcuna autorizzazione. I manifestanti, a quanto abbiamo capito, si sono ritrovati seguendo un tam tam diffuso tra i sociali. Tenteremo di individuare gli organizzatori. Purtroppo paghiamo anche gli effetti del cattivo esempio dato dagli operatori sanitari di vario livello che rifiutano il vaccino contribuendo ad aumentare la confusione. Eppure i dati parlano chiaro: oggi, in ospedale, ci va solo chi non si vaccina».
Gli investigatori della Digos stanno esaminando tutti i filmati registrati tentando di individuare i volti e dare un nome a più gente possibile. Chi poi è intervenuto parlando al megafono, e salendo in piedi su una panchina della piazza per farsi vedere meglio, rischia anche una denuncia penale proprio per la partecipazione attiva a una manifestazione non autorizzata.
IN FRIULI
Non ci sono stati incidenti, ma potrebbero esserci strascichi legali. E nel caso specifico, penali. Le manifestazioni che sabato pomeriggio sono andate in scena sia a Pordenone che a Udine, non erano autorizzate dalle rispettive Questure. Il passaparola è nato sui social network e quasi duemila persone (settecento a Pordenone, il resto a Udine) si sono ritrovate lo stesso nelle piazze, senza mascherine né distanziamento. Ma soprattutto senza l'ok delle autorità. Ecco perché ora le forze dell'ordine sono al lavoro, nel tentativo di individuare eventuali organizzatori o promotori delle due iniziative. Si stanno muovendo sia la Digos di Pordenone che i colleghi di Udine, ma al momento non si è ancora riusciti a risalire alla testa del movimento no vax e no green pass. Se si dovesse individuare un organizzatore, rischierebbe una denuncia che in caso di condanna porterebbe all'arresto fino a un anno e a un'ammenda da 206 a 413 euro. Lo stesso varrebbe per chi ha preso la parola pubblicamente durante l'evento.
«Più che di libertà, si è trattato di anarchia. Sono molto infastidito», ha detto il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani. «Non è stato un bel messaggio - ha replicato il primo cittadino di Udine, il leghista Pietro Fontanini -. Chiederò alla Questura che verifichi tutto nei minimi dettagli». Si sta muovendo anche l'assessore regionale alla Sicurezza del Fvg, Pierpaolo Roberti, anch'egli esponente della Lega. Lo sta facendo contattando le Prefetture di Trieste, Udine e Pordenone, dove nel corso del fine settimana si è assistito alle manifestazioni non autorizzate e agli assembramenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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