LA POLEMICA
CHIOGGIA «Ho capito di essere entrato nella tana del lupo. Finisco

Domenica 9 Settembre 2018
LA POLEMICA
CHIOGGIA «Ho capito di essere entrato nella tana del lupo. Finisco qui». Monsignor Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia e personaggio di notevole risonanza mediatica, questa volta non ha ricevuto applausi. Il suo intervento a favore di Salvini («Ma di che sequestro stiamo parlando?», ha scritto a proposito della vicenda della nave Diciotti) è stato subissato di critiche. Non solo: lui stesso è stato accusato di non svolgere il suo ministero secondo l'ispirazione del Vangelo. E questa critica l'ha accusata pesantemente.
IL POST
Tutto nasce da un post dell'ex deputato Pd Diego Crivellari, polesano, come polesana è una parte della diocesi di Chioggia, per cui è normale che Tessarollo abbia rapporti di conoscenza, dialogo e amicizia nel senso facebookiano del termine, con i politici polesani. Crivellari aveva criticato la pretesa di Salvini di collocarsi al di sopra della legge, rivendicando quasi fossero un giudizio assolutorio i voti che una parte degli italiani (ma lui sembrava intestarseli tutti) gli avevano dato. Tessarollo era entrato nella chat (nella pagina di Crivellari) mettendo in dubbio la fondatezza dell'accusa di sequestro di persona mossa dai magistrati palermitani al ministro dell'Interno. «La Diciotti è territorio italiano. A bordo nessuno li ha maltrattati, sono stati nutriti e curati. Se fossero stati in un qualsiasi centro di accoglienza, sarebbero stati meglio? E se non possono allontanarsi dai centri di accoglienza, non è anche quella una forma di detenzione?». Argomentazioni con le quali il vescovo, evidentemente, voleva sostenere l'insussistenza del reato di sequestro di persona.
E le critiche, ovviamente, hanno riguardato anche l'intromissione nella politica italiana e una qualche forzatura sull'indipendenza della magistratura. Che anche l'anonima sarda desse da mangiare ai suoi ostaggi, qualche tempo fa, non fa dubitare Tessarollo che «qualche giorno» a bordo della Diciotti potesse essere tollerato in attesa di una soluzione politica del problema.
L'ACCOGLIENZA
Perché, torna a ribadire il prelato, «l'accoglienza è un problema umanitario e politico e va risolto salvaguardando l'aspetto umanitario, ma cercando anche una soluzione politica» e a lui (che dice «Ho votato in modi anche molto diversi ma Salvini non l'ho mai votato» e «Non ho apprezzato le ricandidature di Bossi e Ghedini alle ultime politiche») sembra che «Salvini stia ponendo all'attenzione dell'opinione pubblica un problema che esiste». Del resto Tessarollo aveva già criticato la copertina di Famiglia Cristiana, Vade retro Salvini, dicendo di non condividerla. E a chi lo invita a lasciar lavorare la magistratura, risponde che, anche nel caso di Franco Birolo, il tabaccaio di Civè che, dopo aver ucciso un ladro che aveva attentato al suo negozio, era stato condannato, in primo grado, a un maxi risarcimento a favore della famiglia del morto, e poi assolto in appello, «giudici diversi, con la stessa legge hanno stabilito diversamente. E questo potrebbe capitare anche a Salvini».
E qui, con i suoi avversari di facebook, il vescovo non si è proprio capito, perché il tema del contendere non era l'esito del giudizio ma il dubbio che un giudizio potesse esserci o meno. Nell'attesa che la situazione del ministro si chiarisca, però, Tessarollo dice chiaramente di essere a favore dell'accoglienza, ma che «serve un modo diverso di praticarla». Per quanto lo riguarda, dice, «da anni aiuto gruppi di immigrati» e l'accusa di non seguire i principi del Vangelo lo ha amareggiato. «Viaggio, da solo e senza segretario, con una Punto vecchia di dieci anni e una bicicletta. Mi vesto che non sembro neppure un vescovo. Chi mi conosce lo sa».
Diego Degan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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