LA GIORNATA
NEW YORK «Il mondo ci guarda e noi diciamo al mondo: siamo stati

Giovedì 21 Gennaio 2021
LA GIORNATA
NEW YORK «Il mondo ci guarda e noi diciamo al mondo: siamo stati messi alla prova e ne siamo venuti fuori. Governeremo non con la forza che viene dall'esercitare il potere, ma con il potere che viene dalla condivisione». Joe Biden ha prestato giuramento come presidente degli Stati Uniti con una cerimonia sobria. Lo ha fatto in una Washington blindata e con le strade deserte, nelle quali la presenza della polizia superava di gran lunga quella dei civili. Dalla scalinata del Campidoglio, appena ripulita dai resti del saccheggio che aveva subito due settimane prima, Biden ha pronunciato un discorso monotematico, centrato sulla necessità per il paese di guarire le ferite ancora sanguinanti della tentata sommossa, e provare a ricostruire i ponti tra fazioni divise dal sospetto e dall'odio. Con lui c'era anche Kamala Harris, la prima donna vicepresidente degli Stati Uniti.
UNA NUOVA UNITÀ
L'invocazione a trovare una nuova unità è partita da lontano: «Siamo brava gente. Abbiamo fatto già tanta strada, e tanta resta ancora da fare. Ma nel percorso che ci rimane c'è molto da pacificare, da costruire, e da guadagnare se riusciremo ad arrivare al traguardo». Ha citato Abraham Lincoln, che sulle stesse scale del palazzo di governo nel 1863, nell'annunciare la legge che metteva fine alla schiavitù e promuoveva l'emancipazione dei neri, disse: «La mia intera anima è racchiusa in questo documento», per ripetere che anche la sua anima è congiunta al nuovo sogno: riunificare il paese. Non ha mai menzionato il nome di Donald Trump, il predecessore che ha preferito lasciare la Casa Bianca in perfetta solitudine piuttosto che essere obbligato a passare le consegne in pubblico, e che gli aveva persino negato la prassi di usare un aereo militare per raggiungere la capitale la sera prima. Biden ha piuttosto concesso al suo avversario nelle elezioni una cortesia non scontata: ha aspettato ad uscire di casa, la Blair residence dove aveva passato la notte insieme alla first lady Jill, fino alle 8:15, quando Trump e Melania si sono levati in volo con l'elicottero Marine One alla volta dell'aeroporto militare Andrews. Non voleva rubargli le telecamere in un momento così delicato. Ma nel discorso ha trovato ugualmente il modo di criticarlo in forma anonima: «Si può governare con la menzogna, o si può farlo affermando la verità. Io vi garantisco che con me la verità tornerà al potere». Ha poi parlato all'elettorato sconfitto: «Capisco le vostre paure, capisco la trepidazione con la quale siete arrivati a questo momento, ma io vi garantisco: possiamo farcela se accettiamo di abbracciare i concetti della tolleranza e dell'umiltà».
GLI ANNI DIFFICILI
A questo proposito ha ricordato la madre che gli raccomandava di provare a mettersi nelle scarpe degli altri. Ha rievocato gli anni difficili nei quali suo padre si era trovato disoccupato, con la prospettiva di non poter badare alle necessità della famiglia, come oggi accade a tanti suoi concittadini che hanno perso il posto di lavoro in tempo di epidemia. Ha chiesto la preghiera per chi è venuto a mancare, e ha riconosciuto che in futuro sarà giudicato soprattutto per il modo in cui affronterà la crisi sanitaria che al momento affligge gli Usa forse più che ogni altro paese al mondo. Biden non è stato assalito dall'emozione che lo aveva colto il giorno prima alla partenza dal Delaware, dalla stazione dedicata alla memoria di suo figlio Beau. È un veterano del palco, unico politico del suo paese ad aver assistito a ben tredici inaugurazioni di altrettanti presidenti. A incoraggiarlo per il difficile compito che lo aspetta c'erano tre dei quattro ex presidenti ancora vivi: George W.Bush, Bill Clinton e Barack Obama, davanti ad un prato affollato solo di bandiere. L'unica assenza era quella del novantaseienne Jimmy Carter, l'uomo più anziano tra quanti sono stati presidenti degli Usa.
LA CERIMONIA
La cerimonia è durata appena due ore, incluse le esibizioni canore. Poi un breve passaggio per la firma in Campidoglio; una visita al cimitero di Arlington dove riposano le spoglie di Beau, e subito alla Casa Bianca, a spostare indietro di quattro anni le lancette del tempo. Sulla scrivania dell'ufficio ovale lo attende una pila di decreti che ha promesso di firmare nel primo giorno di lavoro, e che annullano provvedimenti presi da Trump. Il ritorno degli Usa in seno all'accordo di Parigi sul clima. Il reingresso nell'Organizzazione mondiale della sanità, nella quale Biden conta di globalizzare la lotta contro l'epidemia. L'estensione immediata dello stato di legalizzazione provvisoria per i minori che sono entrati negli Usa insieme ai genitori clandestini. L'invio al congresso di una legge che regolarizzi la posizione di otto milioni di immigrati che oggi vivono nel limbo, e l'annullamento del bando aereo per chi abita in paesi a prevalenza musulmani.
Flavio Pompetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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