L'uomo che ha trascinato la Regione Veneto in Tribunale contestando la legittimità

Giovedì 14 Settembre 2017
L'uomo che ha trascinato la Regione Veneto in Tribunale contestando la legittimità
L'uomo che ha trascinato la Regione Veneto in Tribunale contestando la legittimità del referendum sull'autonomia è stato promosso dal Governo di Paolo Gentiloni. Marcello Degni, firmatario con Dino Bertocco dei due ricorsi, uno al Tar e l'altro al Tribunale di Venezia, per sospendere la consultazione del 22 ottobre, diventerà infatti giudice contabile. E per un attimo è pure parso che Degni potesse essere assegnato alla Sezione di controllo della Corte dei conti di Venezia, quella che giudica la regolarità delle spese dell'amministrazione regionale. Sembra, invece, che sarà assegnato all'analoga sezione della Lombardia, anche per evitare che in laguna sorgano obiezioni su possibili conflitti di interesse. A meno che non ci ripensino, visto che anche in Lombardia il 22 ottobre si celebrerà il referendum sull'autonomia, con la differenza che le spese sostenute da Roberto Maroni sono molto più alte: solo per comprare i tablet per il voto elettronico ben 23 milioni di euro.
Va detto che da sempre una quota dei giudici contabili destinati alle Sezioni di controllo è proposta dal Governo. Si tratta di magistrati di carriera esterni che vengono suggeriti da Palazzo Chigi (non si fanno domande per essere designati, sono scelte discrezionali politiche), i curricula vengono quindi valutati in seduta non pubblica dal consiglio di presidenza della Corte dei conti e infine si arriva alla nomina con decreto del presidente della Repubblica. Una decina gli ultimi magistrati esterni - che andranno a integrare i 390 in servizio su una pianta organica di 602 - proposti da Palazzo Chigi e che hanno avuto il via libera della Corte dei conti. A completare l'iter manca solo la firma di Sergio Mattarella. Vediamo chi sono.
Marcello Degni, 61 anni, docente alla Scuola nazionale dell'amministrazione, alla Sapienza e a Pisa, è un uomo del Pd: fa parte della direzione del Partito democratico di Venezia ed è stato assessore a Rieti, incarico che ha lasciato nel 2014 raggiungere a Venezia la moglie Alessandra Poggiani (al tempo legata al giglio magico renziano, nominata a capo dell'Agenda digitale e poi tornata a dirigere la società di informatica lagunare Venis dopo l'infelice candidatura alle Regionali del Veneto nella lista di Alessandra Moretti). Raccontano che a benedire la candidatura di Degni a magistrato contabile sia stato il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri Gianclaudio Bressa, lo stesso che aveva suggerito il nome dell'avvocato Raffaele Bifulco (che gli aveva fatto da consigliere giuridico quando era sottosegretario agli Affari regionali) per il ricorso contro il referendum sull'autonomia. Nella rosa dei prescelti da Palazzo Chigi ci sarebbe anche Alessandro Forlani, 58 anni, già senatore dal 2001 al 2006 e poi deputato per l'Udc dal 2006 al 2008, figlio dello storico leader della Balena bianca, Arnaldo. Ma anche Rossana Rummo, 64 anni, direttore generale per le biblioteche, la dirigente che nelle cronache finì anche così etichettata: una rossa (nel senso che è sempre stata collegata alla sinistra) per Galan. Motivo: il veneto Giancarlo Galan nel 2011 era ministro ai Beni culturali e a Rummo, di ritorno dall'esperienza vissuta in Francia in qualità di direttore dell'Istituto italiano di cultura a Parigi, dovette trovare un posto da dirigente. E ancora il capo di gabinetto del ministro Claudio De Vincenti, Alberto Stancanelli, 55 anni, il dirigente che fece infuriare l'allora premier Enrico Letta per aver speso quasi 25 mila euro per dare una spolverata alla poltrona e all'ufficio del presidente del Consiglio.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci