L'orso in fuga senza radiocollare Il ministro: «Papillon è leggenda»

Domenica 23 Agosto 2020
L'orso in fuga senza radiocollare Il ministro: «Papillon è leggenda»
IL CASO
M49 è sempre più in fuga. Niente di nuovo sotto il sole del Trentino: l'orso che già per due volte era scappato dal recinto di Casteller, ora è riuscito anche a disfarsi del radiocollare. Gli allevatori aspettano la prossima predazione, mentre esultano gli animalisti e pure il ministro Sergio Costa, chiamando l'esemplare con il soprannome che evidentemente meglio gli si addice: «Papillon libero: ormai una leggenda».
IL RITROVAMENTO
Dal 27 luglio l'animale era monitorato in tempo reale attraverso il dispositivo, dotato di un sistema di geolocalizzazione. «A partire dal 16 agosto riepiloga la Provincia autonoma di Trento l'orso si era spostato in zona Passo 5 croci - Val Cion (nella Bassa Valsugana, ndr.), dove le trasmissioni gsm del collare risentono pesantemente della scarsa copertura telefonica. Il 19 agosto, alle ore 14, il collare ha inviato parecchie posizioni, anche del giorno precedente, confermando la posizione a monte di Malga Val Cion». Dopo di allora, il silenzio. Così venerdì mattina i tecnici hanno effettuato una verifica tramite le onde radio ultracorte: «Il collare emetteva segnale di mortalità e quindi è stata eseguita una ricerca sul posto fino al rinvenimento dello stesso, integro, a terra». L'ente ha così annunciato che «il monitoraggio proseguirà basandosi esclusivamente sull'analisi degli indici di presenza», vale a dire escrementi, graffi e morsi sui tronchi, orme, peli, segni lasciati durante la ricerca di cibo e, quando farà più freddo, tane di svernamento.
LE POLEMICHE
Alessandro Ghezzer, amministratore del gruppo Facebook Convivere con orsi e lupi si può?, avanza tre ipotesi. La prima è che il plantigrado si sia sfilato da solo l'aggeggio: «Quanto fastidio gli dava quel maledetto collare?». La seconda è che siano stati i bracconieri: «Gli hanno tolto il collare e fatto sparire il corpo». La terza, da lui stesso definita una «teoria complottista», è che il dispositivo sia «stato staccato di proposito col comando a distanza». Aggiunge Massimo Comparotto, presidente dell'Organizzazione internazionale protezione animali: «Chiediamo il massimo monitoraggio della zona da parte dei forestali nazionali e provinciali». L'episodio ha però rinfocolato le polemiche sulla questione dei grandi carnivori, tanto che il ministro dell'Ambiente rimarca «la prorompente voglia e la passione di vivere liberi e in natura»» e rilancia l'hashtag #IoStoConPapillon. Una decina di giorni fa, nell'incontro fra lo stesso Costa e il presidente Maurizio Fugatti, era stata concordata la costituzione di un tavolo scientifico sulla sostenibilità dei predatori ed era stata esclusa l'uccisione sia di Papillon che di Gaia, vale a dire JJ4. A proposito, sulla mappa della Provincia la femmina viene indicata a Dimaro, dunque ancora in Val di Sole. Sempre che sia lei e non il suo gps.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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