Kieran lo scienziato, Fatima la musulmana Quelle 45 piccole vite stroncate dalle bombe

Mercoledì 24 Aprile 2019
LE STORIE
La strage degli innocenti. Così in Sri Lanka hanno definito gli attentati che a Pasqua, domenica scorsa, hanno massacrato oltre 300 persone. Tra loro ben quarantacinque bambini. Quarantacinque vite spezzate - tra cui anche quella di un piccolo di 18 mesi appena - che stanno rendendo ancora più tragico il riconoscimento delle vittime. Una contabilità atroce che secondo l'Unicef potrebbe anche non fermarsi considerati i numerosi feriti che si trovano negli ospedali della capitale Colombo e di Batticaloa.
Per il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia 27 di loro sono rimasti uccisi nell'esplosione nella chiesa di San Sebastiano a Katuwapitiya, a Negombo. A Batticaloa invece ne sono morti 13 mentre cinque, tutti di nazionalità straniera, si trovavano negli hotel dell'isola durante gli attacchi. Al momento le informazioni sono poche ma si iniziano a conoscere i volti e le storie di chi domenica mattina stava recandosi in Chiesa per la funzione pasquale oppure - come molti dato l'orario degli attentati - stava facendo colazione in uno degli hotel presi di mira.
LE STORIE
Tra loro tre dei quattro figli del patron della catena di negozi Asos, il danese Anders Holch Povlsen, probabilmente i primi ad essere identificati. Ai piccoli, di cui però non sono state rivelate le generalità, secondo la stampa britannica l'uomo più ricco della Danimarca stava già pensando di cedere alcuni dei suoi numerosissimi possedimenti in Scozia per insegnargli a continuare l'opera da lui iniziata. Povlsen infatti, era molto noto oltre Manica per la sua attività di restauro e gestione dei castelli scozzesi.
Tra le vittime anche il piccolo Zayan Chowdhury, bengalese di 8 anni, che si trovava nella sala ristorante di uno degli hotel di Colombo devastati dagli attacchi. L'esplosione lo ha travolto a tavola con il padre, mentre aspettavano che la madre e il fratello li raggiungessero. La tragedia di Zayan sta avendo molto risalto in Bangladesh dato che il bambino era il nipote dello sceicco Fazlul Karim Selim, leader del partito di governo bengalese Awami League. Una storia simile a quella di Alex e Annabel Nichols, di 14 e 11 anni, morti mentre facevano colazione all'hotel Shangri-La di Colombo con il padre Ben, salvo per miracolo, e la madre Anita, morta nella deflagrazione. Con loro nella stessa sala si trovava anche Nisanga Mayadunne. La bambina era a tavola con sette componenti della sua famiglia come testimonia una foto scattata pochi minuti prima e pubblicata su Facebook dalla madre Shantha, donna conosciuta in Sri Linka per aver condotto uno show televisivo di cucina. Una famiglia distrutta, proprio come quella di Kieran Shafritz de Zoysa, 11enne di origine statunitense che si trovava in Sri Lanka per studiare. «Non so cosa passi per la mente di un terrorista - ha dichiarato ai media Usa il padre che ha parlato al telefono con Kieran poco prima dell'attentato - ma sono sicuro che non hanno idea di cosa hanno tolto al mondo: una mente brillante, un futuro neuroscienziato, che invece non arriverà a festeggiare il suo dodicesimo compleanno».
LA FOLLIA
Come detto però, molti dei bambini uccisi dagli attentatori stavano assistendo alle funzioni cristiane per la Pasqua. L'australiana Alexandria Suriaaratchi ad esempio, aveva dieci anni ed aveva accompagnato sua madre Manik in chiesa. Entrambe sono morte «nell'inferno del Negombo» come lo ha definito il premier australiano Scott Morrison. Lo stesso inferno in cui ha perso la vita la giovane Fatima, un'adolescente di origine cingalese la cui storia è una delle più tragiche. La ragazza era di fede musulmana e stava accompagnando un suo amico cristiano verso la Chiesa quando è stata travolta da una delle esplosioni rivendicate dall'Isis. Tra le storie delle vite spezzate dalla follia stragista anche quella della famiglia di uno dei terroristi, Insan Seelawan. Quando la polizia si è presentata alla sua porta a Dematagoda, sua moglie, che era in casa con i loro due figli, ha fatto esplodere una bomba.
Francesco Malfetano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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