Insegnante veneta in Cina precipita da un grattacielo

Martedì 11 Aprile 2017
Insegnante veneta in Cina precipita da un grattacielo
Volata giù dal 19° piano di un grattacielo. È la tragica fine toccata a Carlotta Portieri, insegnante veneta che avrebbe compiuto 28 anni a fine mese, morta due giorni fa in Cina, in una località del sud ovest del Paese, al confine con la Corea del Nord. Le notizie sono parziali: il fatto si sarebbe verificato sabato, le circostanze della morte sono ancora misteriose.
Carlotta, figlia di Andrea Portieri, ex assessore all'urbanistica del Comune di Adria, attuale dirigente ai Lavori pubblici del Comune di Porto Tolle, si era laureata nel 2014 a Venezia in lingue e istituzioni economico-giuridiche dell'Asia e dell'Africa mediterranea, con tesi sulla relazione tra l'internazionalizzazione e le performance delle imprese del settore della ceramica italiana nell'economia cinese. Poco dopo la fine degli studi, si era trasferita in Cina dove insegnava italiano.
La ragazza, che lascia oltre al padre Andrea, la madre Paola Biolcati ed i fratelli Nicolò e Camilla, secondo le prime e frammentarie notizie sarebbe precipitata da una finestra dell'appartamento che condivideva con una coetanea cinese. In Cina, ma in un'altra città, vive anche il compagno di Carlotta, Stefano Sagredin, insegnante di inglese, uno dei fondatori e primo presidente del comitato Ca'Emo Nostra, sorto nel settembre del 2014 all'indomani della tragedia della Coimpo del 22 settembre 2014 quando nell'azienda di località America di Ca'Emo, frazione di Adria, persero la vita, a causa di una nube tossica, quattro lavoratori. Secondo una versione sarebbe stato proprio lui a trovare la fidanzata morta. Secondo altre informazioni, invece, sarebbe stato il primo a riconoscerne il corpo. I due, per esigenze di lavoro, avrebbero vissuto in città diverse.
La polizia cinese sta indagando sulla dinamica dell'incidente anche se le cause appaiono accidentali. Al momento non sarebbero emersi particolari elementi che facciano pensare ad altre ipotesi o piste che però rimangono al vaglio degli investigatori.
La famiglia, raggiunta telefonicamente nelle prime ore di domenica dalla triste notizia (tra Italia e il paese del Dragone ci sono sette ore di differenza di fuso), è in attesa del visto per partire, cercare di fare luce su quello che è avvenuto e riportare a casa il corpo della ragazza. L'ambasciata d'Italia a Pechino sta assistendo i familiari che dovrebbero prima giungere nella capitale cinese per poi spostarsi nella città al confine con la Corea del Nord. Il padre, Andrea Portieri, domenica mattina, ha informato via email l'amministrazione di Porto Tolle dell'accaduto.
«Ho provato inutilmente a contattare Andrea al telefono - commenta il sindaco di Adria, Massimo Barbujani - Non mi ha risposto. Gli ho mandato solo un messaggio con scritto Spero che non sia vero quello che ho saputo. Non so nulla di più di quanto è già trapelato. La situazione è resa difficile anche dalla distanza. Spero che si faccia luce presto su questa vicenda».
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