Imu, dietrofront del Mef resta la doppia prima casa Sfida sugli asili nido gratis

Lunedì 9 Dicembre 2019
LE NOVITÀ
ROMA Una nuova correzione di rotta, e sempre in tema di tasse. Per la verità, annunciando il parere negativo del governo sull'emendamento che cancella del tutto la possibilità di doppie abitazioni principali per lo stesso nucleo familiare, il ministro dell'Economia ha potuto far notare che la proposta di modifica emersa sabato non porta la firma dell'esecutivo ma quella dei due relatori al disegno di legge di Bilancio. È anche vero però che di solito i testi dei relatori (nel caso specifico Dario Stefano per il Pd e Rossella Accoto per il M5S) sono concordati con le strutture tecniche del ministero dell'Economia, se non addirittura scritti con il loro contributo diretto. L'emendamento in questione era molto semplice: intervenendo sull'articolo 95 del disegno di legge di bilancio, che disciplina l'unificazione di Imu e Tasi, specificava che in qualunque caso in cui due membri dello stesso nucleo familiare abbiano residenza e dimora abituale in case diverse, l'agevolazione per abitazione principale (ovvero normalmente non pagare nulla) spetta solo per uno degli immobili. Nel testo originale (e nella norma oggi in vigore) la tagliola scatta invece solo per immobili situati nello stesso Comune: resta la possibilità ad esempio per marito e moglie di dimorare in Comuni diversi usando l'agevolazione per entrambi gli immobili. «Stiamo parlando di un emendamento del relatore che vuole adeguare il regime delle regole alle sentenze della Cassazione che si può avere solo una prima casa - ha spiegato Gualtieri - ci sono anche fenomeni di false doppie prime case ma bisogna assolutamente evitare di colpire famiglie che ad esempio legittimamente lavorano in posti diversi».
Proprio questa casistica era stata esplicitamente presa in considerazione in una circolare ministeriale del 2012, subito dopo l'introduzione dell'Imu: la differenziazione tra case nello stesso Comune e non era giustificata con il fatto che «il rischio di elusione della norma è bilanciato da effettive necessità di dover trasferire la residenza anagrafica e la dimora abituale in un altro comune, ad esempio, per esigenze lavorative».
Dunque il problema evidenziato nella motivazione dell'emendamento, dove si parlava di «spostamento fittizio della residenza nelle case turistiche» esiste; ma la soluzione inizialmente ipotizzata è evidentemente apparsa troppo drastica. D'altra parte il tema della tassazione immobiliare è di per sé abbastanza delicato, e la nuova Imu disegnata dall'articolo 95 pur riprendendo sostanzialmente l'impianto precedente lascia ai Comuni qualche margine per aumentare il prelievo, ad esempio sfruttando l'aumento dal 7,6 all'8,6 per mille dell'aliquota base. L'annuncio di Gualtieri è stato salutato positivamente dal presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa.
I FONDI
Da oggi sul disegno di legge di Bilancio si inizia a votare in commissione Bilancio di Palazzo Madama; il governo e i relatori dovranno formalizzare gli ultimi emendamenti attesi per i quali è in corso il lavoro di messa a punto delle coperture finanziarie. A proposito di fondi, ieri in materia di asili nido è andato in scena un altro capitolo dello scontro tra governo e opposizione; in particolare tra il ministro dell'Economia Gualtieri e il leader della Lega Salvini. Quest'ultimo aveva definito «una fesseria priva di fondamento» l'annuncio dell'esecutivo sulla gratuità dei nidi a partire dal mese di gennaio. Articolata la replica del Mef, che ha voluto ricordare i risultati dell'incremento del bonus destinato a questa finalità. «Matteo Salvini farebbe bene a documentarsi meglio: in manovra bonus asili nido a 3000 euro (e 2500 per famiglie da 25.000 a 40.000 Isee) in più 2,5 miliardi per la costruzione di nuovi asili, ci vediamo a gennaio». ha scritto su Twitter lo stesso Gualtieri. Questi correttivi dovrebbero di fatto rendere gratuita la frequenza «per il 90 per cento della popolazione Isee».
L. Ci.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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