IL PROCESSO
MILANO Due pagine. Con intestazione Villa San Martino, Arcore, e

Venerdì 17 Settembre 2021
IL PROCESSO
MILANO Due pagine. Con intestazione Villa San Martino, Arcore, e destinatario l'«Egregio signor presidente del Tribunale di Milano», Marco Tremolada. Il tono è risentito, accusatorio nei confronti della magistratura come al tempo dei furibondi sconti con il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, ma a tratti accorato. I giudici milanesi del caso Ruby ter hanno disposto una perizia nei confronti di Silvio Berlusconi per accertare le sue condizioni di salute e, dunque, la sua capacità di partecipare al processo. Troppe le istanze di legittimo impedimento presentate dal Cavaliere sin dall'inizio, i ricoveri al San Raffaele a ridosso delle udienze. E lui, di fronte a ciò che ritiene un affronto e un'umiliazione, rinuncia a sottoporsi agli esami ma anche a fermare il procedimento: «Si proceda, dunque, in mia assenza, alla celebrazione di un processo che neppure sarebbe dovuto iniziare, nella consapevolezza che anche successivamente verrà riconosciuta l'assoluta correttezza del mio comportamento e sarò assolto da ogni accusa».
LESA DIGNITÀ
L'ex premier è imputato davanti alla settima sezione penale per corruzione in atti giudiziari con altre ventotto persone, tra cui molte Olgettine accusate anche di falsa testimonianza. Un'eventuale condanna spazzerebbe via qualsiasi ambizione alla presidenza della Repubblica, obiettivo che il fondatore di Forza Italia coltiva da anni più o meno segretamente. «Mi do il 10-15% di possibilità», diceva a luglio facendo un po' di calcoli e ritenendo di poter già contare su 476 grandi elettori sui 505 necessari per ottenere la maggioranza assoluta. Un verdetto di colpevolezza vanificherebbe le sue aspirazioni alla presidenza, oltre che il lavoro dietro le quinte per aggiudicarsi i voti necessari. Ma gli esami richiesti dai magistrati sono, prima di tutto, ciò che ritiene un duro colpo alla sua dignità. «La decisione di sottopormi a perizia non solo medico-legale e cardiologica ma anche psichiatrica appare fuori ogni logica e del tutto incongrua rispetto alla mia storia e al mio presente», sottolinea. E dimostra, afferma, «per ciò che ho fatto nella vita in molteplici settori fra cui l'imprenditoria, lo sport e la politica, un evidente pregiudizio nei miei confronti e ben mi fa comprendere quale sarà anche l'esito finale di questo ingiusto processo». Tuttavia, «l'ampia e illimitata perizia psichiatrica» chiesta dal Tribunale è fuori discussione. «Non posso accettare tale decisione, che è lesiva della mia storia e della mia onorabilità». I giudici, che hanno chiesto la perizia l'8 settembre dopo uno stop del processo di tre mesi e mezzo, avevano fissato per lunedì prossimo l'inizio degli accertamenti. Se fosse stata riconosciuta la capacità processuale di Berlusconi il processo sarebbe proseguito per tutti gli imputati, in caso contrario la posizione dell'ex premier sarebbe stata temporaneamente stralciata. Con la rinuncia alla perizia da parte del Cavaliere decade anche il presupposto dell'impedimento e il Tribunale di Milano è pronto a fissare una nuova data del processo.
CRITICHE AI PM
Nella missiva il leader di Forza Italia risponde anche alle osservazioni dell'aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Luca Gaglio, che nella scorsa udienza lo hanno messo alle strette per i continui rinvii delle udienze. «Berlusconi è affetto da una malattia, che è la vecchiaia. Ha patologie fastidiose, ma non particolarmente invalidanti. Il quadro è di una gravità tale da costringere cinquanta persone in un processo che deve trovare una sua conclusione?», ha puntato il dito l'aggiunto. Per l'ex premier si tratta di «toni e modi davvero inaccettabili nei confronti miei e dei medici che mi hanno per molte volte visitati» da parte di pm che tra l'altro, a fine maggio, proprio sulla base delle relazioni mediche difensive hanno chiesto «lo stralcio della mia posizione». Per l'avvocato Federico Cecconi la scelta del Cavaliere «rischia di costituire un grave vulnus per la sua difesa, in un momento particolarmente delicato del processo», perché sta per arrivare la fase dell'esame degli imputati. Chi gli sta vicino in parla di un Berlusconi amareggiato ma determinato a respingere la perizia, che comprometterebbe la sua dignità di imprenditore alla guida di diverse aziende. Primo su tutti il gruppo Mediaset, quotato in Borsa.
Claudia Guasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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