Il pranzo da Tullio con l'uomo dei clan «Ci introduce con un ministro in Albania»

Venerdì 22 Gennaio 2021
L'INCHIESTA
ROMA A trascinare l'eurodeputrato dell'Udc Lorenzo Cesa in una maxi indagine su politica e camorra è un pranzo del luglio 2017, a Roma, in pieno centro, al ristorante Tullio. I suoi commensali, erano già indagati (e intercettati dalla Dia) nell'inchiesta Basso profilo della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro. E ieri, alcuni, sono finiti in carcere e ai domiciliari, con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, mentre l'eurodeputato, indagato per associazione aggravata dal favoreggiamento ai clan, è stato perquisito e si è dimesso da segretario del partito, ribadendo la sua estraneità ai fatti. Al centro delle indagini della Dda di Catanzaro, il ruolo dell'imprenditore Antonio Gallo, longa manus dei clan crotonesi, capace di dialogare anche con la politica, che avrebbe ottenuto appalti e commesse finanziando la campagna elettorale del 2018. Sono tredici le ordinanze di custodia cautelare in carcere, 35 ai domiciliari. E ai domiciliari si trova anche il segretario regionale dell'Udc e assessore al Bilancio Franco Talarico, che avrebbe mediato tra Cesa e Gallo organizzando un incontro. Dalle intercettazioni contenute nell'ordinanza emerge il progetto di approfittare del ruolo di Cesa per ottenere contatti e agganci anche all'estero, in particolare in Albania. Ma anche Montenegro, Polonia, dove Gallo aveva già avviato investimenti. L'ipotesi che emerge da alcune intercettazioni è che al finanziamento dell'Udc fosse destinato il 5 per cento delle commesse.
IL PRANZO
«l'auspicio dei soggetti calabresi - si legge nell'ordinanza - era di potere approfittare della carica di parlamentare europeo del Cesa per avere entrature in enti pubblici, per appalti, oltre che per gli investimenti in Albania e comunque nell'est Europa». L'incontro avviene il 7 luglio 2017 al ristorante Tullio, in pieno centro a Roma, partecipa anche Gallo. Oltre a allo stesso Talarico e Tommaso Brutto, ex consigliere comunale di Catanzaro e il figlio Saverio.
LE INTERCETTAZIONI
Il 28 giugno 2017, pochi giorni prima del pranzo sotto accusa, Tommaso Brutto, ex consigliere del comune di Catanzaro discute con Talarico, parlando di Gallo come imprenditore di riferimento. Dice Brutto: «Noi dobbiamo parlare con Cesa, io mi devo risolvere il problema di mio figlio e gliela dobbiamo mettere anche sul piano Fra che noi dobbiamo tenere un partito, dobbiamo tenere una segreteria..» Chiede Talarico «Ma Antonio (Gallo) in Albania come va?», e Brutto: «L'abbiamo fatta però Fra, non sappiamo come va come non va». Il progetto che si realizzerà con il pranzo di luglio, osservato dagli investigatori della Dia, è di fare incontrare Cesa e Gallo. Brutto dice: «Una volta che noi gli facciamo il contatto ad Antonio (Gallo ndr) Antonio sa come addentrarsi». E Talarico. «Intanto il dato politico di prospettiva, io sono vent'anni che sono consigliere comunale, ora ho preso il 5 per cento tutta la lista è accanto a me». Dice Talarico: «Cesa presenterà un amico consulente a Gallo di vari enti Anac, Eni Telecom, Anas e tutto quel gruppo se lo segue». Ma i due vorrebbero anche contatti all'estero per l'imprenditore: «Lorenzo Cesa potrebbe avere contatti anche con politici in Albania, dove è conosciuto. È importante, una cosa è che ti crea un contatto Cesa in Albania..che là non è come qua, un ministro in Albania gli molli..» E Talarico: «Uh corruzione totale mercato libero si ma loro hanno una commessa, quanto viene 100.000, tò questi sono tuoi, è proprio legale». Brutto continua: «Per esempio se potessimo entrare con gli ospedali..perché noi forniamo anche tute, guanti e maschere, tutto quello che concerne l'ospedaliero».
IL 5%
Gli investigatori della Dia precisano che l'ipotesi che Cesa potesse ottenere il 5 per cento sulle commesse non è dimostrata. Talarico parla ancora con Brutto del finanziamento delle politiche 2018 «Ci possono dare...il partito nazionale quindi servono per la campagna elettorale delle politiche». Brutto dice: «Questo non si spaventa, non ha la mano corta». E Talarico: «Guarda quant'è l'importo, quale percentuale c'è?...noi vediamo qual è la fornitura in base al discorso, noi sappiamo preciso il 5 per cento».
LA DIFESA
Lorenzo Cesa non perde tempo. La sua dichiarazione e la decisione di dimettersi arrivano già in mattinata «Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017 - dice - Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre, ho piena e totale fiducia nell'operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese, rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato».
Valentina Errante
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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