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IL CASO
VENEZIA I 27 milioni di vaccino anti Covid offerti al Veneto al momento

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Mercoledì 24 Febbraio 2021
IL CASO
VENEZIA I 27 milioni di vaccino anti Covid offerti al Veneto al momento non ci sono. I 15 milioni di dosi proposti alla Regione da un intermediario italiano sono stati ritirati, dei 12 milioni messi sul tavolo da un broker inglese non c'è traccia: «Avevamo scritto a entrambi chiedendo che ci fornissero il numero dei lotti e la scadenza. L'inglese non ci ha ancora risposto. L'italiano ci ha detto che in questo momento, con questa situazione che si è creata, non è in grado di darci la fornitura». Così Luciano Flor, direttore generale della Sanità della Regione Veneto, ha risposto ai giornalisti ieri durante il punto stampa a Marghera. Capitolo, dunque, chiuso? «Assolutamente no», ha detto il governatore Luca Zaia assicurando che se ci sono vaccini in giro, il Veneto continuerà a verificare che esistano davvero e quindi a chiedere all'autorizzazione all'acquisto. Cosa che, al momento, non si sta verificando.
LA VICENDA
Flor non si è presentato all'Unità di crisi della Protezione civile né venerdì scorso né lunedì perché impegnato con i carabinieri del Nas che, dopo l'apertura di una inchiesta a Perugia, stanno ricostruendo la vicenda. Venerdì Flor era a Treviso a rispondere alle domande del Nucleo anti sofisticazione («Se sono stato torchiato? Sì, ma non ho niente da nascondere, ho fatto tutto per iscritto e per iscritto ho ricevuto le risposte, nessun accordo sotterraneo»), lunedì era in Azienda Zero a raccogliere la documentazione chiesta dagli inquirenti. Ieri, accanto al governatore Luca Zaia, Flor ha ricostruito l'esito, per ora naufragato, della ricerca di vaccini. Alcuni aspetti erano noti: la Regione ha ricevuto una ventina di disponibilità di vaccini da parte di non meglio precisati interlocutori; alcune non sono neanche state prese in considerazione, come quelle di chi chiedeva soldi in anticipo; a 8 Flor ha scritto: «Dite di avere vaccini. Bene, che vaccini sono? le quantità? i tempi? i costi?». Di questi 8, 2 hanno risposto. «E a questi 2, una società inglese e una società italiana, abbiamo chiesto di fornirci il numero dei lotti».
L'ITER
Flor ha spiegato che la Regione Veneto ha già importato farmaci dall'estero, ma per acquistarli è sempre necessaria l'autorizzazione di Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco. Con i vaccini, si sarebbe seguita la stessa trafila, anche se, informata dalla Regione di questa disponibilità di fiale, Aifa ha dirottato sulla struttura commissariale di Domenico Arcuri. Flor ha sottolineato che in tutte le corrispondenze è stato puntualizzato che l'acquisto era subordinato all'autorizzazione di Aifa e che non impegnava la Regione. Alla domanda: avete fatto verifiche sulla solidità di chi vi proponeva vaccini?, Flor ha detto che Azienda Zero verifica sempre tutto, a partire dalle visure camerali. «Per Azienda Zero è routine». Domanda: non vi siete insospettiti che a proporvi i 15 milioni di dosi di vaccini sia stata una società, quella dell'intermediario Luciano Rattà, che ha un capitale sociale di mille euro? «Io la persona che avete citato non l'ho mai vista, il suo nome ci è stato proposto da un nostro fornitore di mascherine che ci ha riferito che aveva vaccini, al che abbiamo detto: facci sapere. Per me è affidabile l'industria e il numero dei lotti, io compro il vaccino dalla casa produttrice, non mi interessa chi guida il camion che me lo trasporta. Una volta abbiamo importato un medicinale da una farmacia».
Zaia? Mi ha contattato lui, ha titolato ieri La Verità pubblicando un'intervista a Luciano Rattà. Il governatore: «Non è vero, quando ho letto l'articolo ho chiamato Flor: lo conosci?». Quanto al pagamento, il direttore generale della Sanità ha spiegato: «Noi non anticipiamo soldi. Alla fornitura viene emessa fattura, il pagamento di solito è entro 60 giorni. Una modalità non molto usata è di vincolare una somma in Tesoreria, può servire come impegno di pagamento».
Fatto sta che al momento il Veneto non ha niente in mano. La società inglese non ha risposto, quella italiana di Rattà - che, ha detto Flor, aveva proposto «vaccino Pfizer fatto in uno stabilimento dell'industria produttrice in Germania» - ha fatto sapere, ancora venerdì scorso, che non è in grado di dare alla Regione la fornitura. Perché? Per dare il numero dei lotti deve vendere la partita di dosi, ma la Regione per comprare deve avere il numero dei lotti con cui chiedere l'autorizzazione all'importazione.
L'OPPOSIZIONE
Intanto in consiglio regionale Anna Maria Bigon e Francesca Zottis (Pd) hanno chiesto di ascoltare in Quinta commissione l'assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e il direttore Luciano Flor sul calendario veneto di immunizzazione al Covid e sull'ipotizzato acquisto in proprio di ulteriori dosi di vaccini.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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