IL CASO
VENEZIA C'è chi aveva in mano un foglio con la scritta grazie, chi

Domenica 22 Novembre 2020
IL CASO
VENEZIA C'è chi aveva in mano un foglio con la scritta grazie, chi un cuore, chi era solo e chi accompagnato dalla famiglia, con coniugi, figli e animali domestici. Tutti però erano uniti nell'omaggiare, come possibile, i capofamiglia di quello che è un gruppo solido, cioè i lavoratori del Londra Palace. La proprietà, la Bacamul spa della famiglia Babini, ha deciso di tirare fuori di tasca propria la differenza tra lo stipendio da cassaintegrati e quello abituale, cercando di garantire ai dipendenti una parvenza di normalità almeno tra novembre, dicembre e la tredicesima. Un segnale di vicinanza, di affetto e di ringraziamento a due direzioni. Un attestato di stima da parte della proprietà verso i dipendenti e un segnale di attaccamento da parte di chi lavora e in questo momento storico fatica a vedere la luce alla fine del tunnel.
Il video, montato dalla responsabile comunicazione del Londra Palace, Elena Ferrarese, racchiude tutti i volti di chi si spende quotidianamente per far felici i clienti del prestigioso hotel veneziano, ma che da tempo non riesce a trovare un briciolo di normalità. Infatti, come afferma il direttore Alain Bullo, la chiusura è stata più lunga dell'apertura: «Dal 12 novembre scorso siamo stati aperti cinque mesi. Per ora siamo ancora fermi, ma contiamo di riaprire dal 3 dicembre al 6 gennaio. Appena possibile vogliamo far ripartire il tutto, cercando di essere sostenibili, se non di arrivare al punto di pareggio, almeno di perdere meno che non tenendo chiuso».
AMBIENTE FAMILIARE
Il fattore economico però non è tutto, come dimostra il forte segnale della proprietà, fornendo una lezione lungimirante di gestione aziendale e avvicinando a sé le famiglie che lavorano. Il tutto in un ambiente che si cerca essere sempre più familiare che non distaccato, continua Bullo: «Da quando sono qui cerco di trasmettere il senso del gruppo unito, come mi si chiede». E a dimostrazione di quanto ricercato, il direttore dell'hotel spiega come è emersa l'idea: «I titolari hanno altri due alberghi, uno a Firenze e uno poco distante da Perugia, il loro ragionamento è stato semplice: se avessimo tenuto aperto avremmo perso di più che non chiudendo, ecco che la differenza, quel tesoretto, che avremmo dovuto perdere e che non abbiamo sprecato, lo ridistribuiamo al personale». Da qui la garanzia, per la cinquantina di famiglie, di poter trascorrere un Natale meno buio di quanto si prospettasse: «È una procedura una tantum, fino a fine anno», continua il manager. Stupore dal personale, che ha scelto il video per ringraziare la proprietà, ma anche dai vertici non è mancata la commozione: «Uno dei titolari mi ha chiamato appena visto il filmato e non ha nascosto l'emozione. Tutti siamo stati toccati dall'esperienza, è stata una bella cosa», conclude Bullo.
Tomaso Borzomì
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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