Genova, abbraccio di Mattarella Polemica sul caso Autostrade

Giovedì 15 Agosto 2019
Genova, abbraccio di Mattarella Polemica sul caso Autostrade
LA CERIMONIA
GENOVA L'appello del dolore comincia con Camilla Bellasio, 12 anni, e finisce con Angela Zerilli, 58 anni. In mezzo ci sono Matteo, Samuele, Admir, Elisa, Luigi e gli altri sventurati che il 14 agosto di un anno fa passavano sul ponte Morandi quando si è spezzato. «Una condanna a morte senza possibilità di appello per 43 persone», scandisce dal palco Egle Possetti, anima del comitato dei parenti delle vittime.
L'AFFETTO DEL PRESIDENTE
Per ricordarli a dodici mesi dal disastro nell'ex capannone Amiu lungo il Polcevera sono arrivati i ministri, le istituzione e le famiglie che nel crollo hanno lasciato un pezzo di cuore. L'età non conta, il dolore è insopportabile per nonna Enza, novant'anni, che ha perso il nipote Andrea Cerulli, camallo che stava andando a lavorare al porto di Genova, come per le amiche di Stella Boccia, 23 anni, che indossano una maglietta con la foto della ragazza. Tutto, sotto il tendone allestito per la commemorazione, evoca il crollo. È aperto sul fondo e si affaccia sulla pila nove in costruzione, simbolo della rinascita del ponte. I bordi delle pareti sono sbriciolati, perché proprio in quel punto è precipitato il viadotto schiacciando Mirko Viola che smaltiva i rifiuti con il suo furgoncino. «Genova è qui e prega per le vittime. Le pensiamo nella luce, mentre si sporgono alla finestra del cielo. Genova non le dimenticherà mai, abbiamo incisa nel cuore quell'apocalisse», dice nell'omelia il cardinale Angelo Bagnasco.
Il gonfalone di Genova viene issato al gancio di una gru e si gonfia al vento, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbtaccia la mamma di Andrea Vittone. «È dura, non si supera mai. Però dobbiamo andare avanti», sussurra lei. Il cerimoniale subisce un po' di scompiglio quando, ancora prima che la messa inizi, l'ad di Atlantia Giovanni Castellucci e la delegazione di Autostrade, invitati dal sindaco Marco Bucci, lasciano la sala. Lo ha chiesto una parte del comitato dei parenti delle vittime - che nel 92% dei casi hanno raggiunto un accordo di risarcimento con Aspi - e i manager, rispettando la loro volontà, escono di scena. «Preso atto della richiesta di non partecipare alla funzione proveniente da alcuni familiari, che ci è stata resa nota dalla Presidenza del consiglio, abbiamo ritenuto di seguire la funzione religiosa dalla direzione di tronco di Genova, affinché questo importante momento di raccoglimento e ricordo non venisse perturbato da qualsiasi forma di polemica», rimarca il gruppo in una nota. Autostrade «continuerà ad adoperarsi senza sosta per supportare la comunità e i familiari, e per far emergere la verità sulla tragedia». Come ha fatto nell'ultimo anno, ricorda in una pagina acquistata ieri sui principali quotidiani, «perché gli uomini e le donne del nostro gruppo hanno e avranno Genova nel cuore, per sempre».
Poi tocca a Egle Possetti, che manda un messaggio ai politici: «Chiediamo un segnale concreto perché i cittadini vengano tutelati, affinché ci sia una gestione attenta dei beni pubblici e siano potenziati i controlli. Esortiamo i cittadini a essere vigili, a tenere viva la coscienza civile per stimolare le azioni concrete della classe politica. La parola principale del nostro Paese deve essere prevenzione». Questo dolore, afferma, non può affievolirsi se non prende una direzione positiva. Ed è quella che ha imboccato Genova, assicura il sindaco Bucci. «La città ha lavorato veramente duro e credo che ha dato un segnale molto forte all'Italia, all'Europa e al mondo di cosa vuole dire ricostruire, lavorare, uno vicino all'altro con un obiettivo comune, sapendo che il bene della città alla fine è il primo di tutti, è il bene di tutti noi».
SIRENE E CAMPANE
Alle 11,36 non ci sono più parole per ricordare la tragedia, resta solo il silenzio. Rotto dalle campane delle chiese che suonano tutte insieme e dalle sirene del porto. Per un attimo si chetano anche i due figli più piccoli di Luigi Matti Altadonna, che ha lasciato la compagna Lara con quattro ragazzini da crescere. Era sul camion di Mondo Convenienza dal quale il collega Gianluca Arditi è uscito vivo per miracolo, era arrivato solo una settimana prima dalla Calabria per il nuovo lavoro. La famiglia è devastata e ora a seguire i piccoli c'è lo psicologo Paolo Rizzo, che tiene in braccio Giuseppe 6 anni. Gli ha detto: «Mi servono delle ali grandi, devo andare in cielo a trovare papà».
Claudia Guasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci