Eolico, sequestrati impianti padovani

Martedì 31 Marzo 2020
LA SENTENZA
VENEZIA Confermato il maxi sequestro conservativo - fino all'ammontare di 44 milioni di euro - nei confronti di una serie società e di alcuni imprenditori accusati di aver messo a segno una truffa milionaria in relazione ad impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, realizzati in Basilicata, in provincia di Matera. Lo ha deciso il giudice Marta Tonolo della Corte dei conti del Veneto, accogliendo l'istanza della Procura regionale che, congelando beni immobili e conti correnti, vuole garantire la futura possibilità di risarcimento del danno erariale nel caso di condanna degli incolpati.
Nell'operazione, condotta dalla Guardia di Finanza di Venezia e Bolzano, è finita la società QCII Basilicata srl (e le sue 40 società satellite) con sede originariamente a Padova, dal 2008 al 2013, in uno studio di commercialisti in via Rismondo 2 che, grazie ai capitali messi dalla più importante azienda di energia rinnovabile della Germania, ha costruito nove parchi fotovoltaici in Basilicata su una superficie di 290mila metri quadrati. Il provvedimento di sequestro riguarda anche quattro imprenditori che, nel corso del tempo, hanno amministrato le società: Francesco Agresti, 54 anni, di Matera, il romano Mauro Di Fiore, 45 anni, residente a Berlino, e i tedeschi Stefan Johannes Hochbruck, 57 anni, e Frank Pollmer, 69 anni.
Il danno ipotizzato dagli inquirenti, coordinati dal procuratore regionale del Veneto, Paolo Evangelista, si riferisce agli incentivi percepiti tra il 2009 e il 2014 attraverso il frazionamento dei nove insediamenti produttivi, in 246 impianti di potenza inferiore ai mille chilowatt: 44 milioni di euro, appunto. Secondo la Procura della Corte dei conti, quella messo in atto è un'azione dolosa, o quantomeno gravemente colposa, e ciò emergerebbe dalle procedure seguite nella realizzazione dei parchi fotovoltaici
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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