Emergenza, è scontro Casellati: aule invisibili Il gelo del governo

Domenica 12 Luglio 2020
IL CASO
ROMA «In Parlamento e al Senato siamo ormai gli invisibili della Costituzione». Poche parole, ma che alzano ancora di più la tensione sulla proroga dello stato di emergenza per tutto il 2020 che il governo si appresta a varare. E sono proprio le dichiarazioni della presidente di Palazzo Madama, Elisabetta Casellati, ad alzare il livello dello scontro su questa decisione. All'ora di pranzo, in un'intervista al Tg5, la seconda carica dello Stato rimprovera all'esecutivo di non tenere in considerazione le Camere. E annuncia, a sorpresa, che «martedì» ci sarà un voto in Senato proprio sull'allungamento dello stato d'emergenza.
LA REAZIONE
Le considerazioni di Casellati, più l'annuncio del voto, mandano creano «fastidio» nel governo. La delegazione del Pd le rimprovera «di voler forzare la mano» e di «drammatizzare il quadro». Sullo sfondo si crea anche un effetto confusione. Al punto che Palazzo Chigi è costretto a intervenire per fare chiarezza nella road map: martedì in Senato si presenterà il ministro della Salute Roberto Speranza per illustrare il nuovo Dpcm (prima della firma del premier) che proroga a fine mese, al 31 luglio, le misure anti-contagio già in vigore in Italia (dall'uso delle mascherine nei mezzi pubblici al distanziamento fisico).
Al termine della relazione, Palazzo Madama voterà una risoluzione presentata dalla maggioranza. Discorso diverso, invece, riguarda lo stato d'emergenza per tutto il 2020. Prima il consiglio dei ministri dovrà approvarlo - con una delibera - e poi entro la fine del mese si presenterà Conte alle Camere per annunciarlo. Seguirà anche in questo caso un voto.
Insomma, due binari diversi. Di sicuro Conte sa che non può e non ha intenzione di sottrarsi dal confronto con il Parlamento. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti lo blinda: «Il Pd è pronto a sostenere qualsiasi scelta del Governo utile a contenere la pandemia».
LA FRENATA
I dem, però, non intendono dare una cambiale in bianco al presidente del Consiglio: «Credo che sia una proroga di natura preventiva - ha spiegato il capogruppo al Senato Andrea Marcucci - Non c'è alcun segnale di una nuova ondata». Per questo il Pd pretende che l'ambito di azione del «nuovo» stato di emergenza venga chiaramente circoscritto. Non solo. Con il deputato Stefano Ceccanti, i dem ribadiscono «la necessità della presenza del presidente del Consiglio in Parlamento prima dell'eventuale proroga dello stato di emergenza». Anche Italia Viva spinge in questa direzione.
Cinque stelle sembrano meno «appassionati» alla vicenda. La proroga è una «questione prettamente tecnica» ha commentato in prima battuta il capo politico Vito Crimi. Più esplicito invece il suo predecessore e ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Adesso stiamo convivendo col
virus, ma non dobbiamo abbassare la guardia. Per nessun motivo».
LE CRITICHE
Il centrodestra ribadisce la contrarietà: i dpcm danno troppi poteri al governo e confinano il Parlamento in un angolo. «Lo stato di emergenza blocca l'Italia», dice la capogruppo dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, mentre Antonio Tajani chiede al governo di confrontarsi con Camera e Senato. La posizione del partito azzurra non è di chiusura allo stato d'emergenza, ma pretendono che si sia un confronto di merito con Conte. La capogruppo azzurra alla Camera, Mariastella Gelmini, prova a far leva sui malumori nella maggioranza, lanciando un appello «a Pd e Italia Viva, affinché dicano nò a questa inutile incoronazione pretesa da Conte». La Lega attacca: «Il Governo - dice Roberto Calderoli - si è indebitamente appropriato di pieni poteri straordinari attribuibili solo nello stato di guerra». Per Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni «siamo oramai al paradosso, con Conte che vuole prorogare arbitrariamente lo stato di emergenza». La tensione rimane altissima. Così come il gelo del governo con la presidente del Senato.
S. Can.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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