E Bocelli che canta O sole mio entusiasma il superospite alla cena

Sabato 23 Marzo 2019
E Bocelli che canta O sole mio entusiasma il superospite alla cena
L'EVENTO
ROMA Si entusiasma per il nazional-popolare il presidente Xi, alla cena di gala sul Colle. Il saluto più caloroso è all'ex ct Marcello Lippi, che ha allenato la squadra cinese. «Sei stato bravissimo», gli dice Xi. Che poi, dopo la cena, si entusiasma per il concerto di Bocelli, e quando parte O sole mio il presidente chiude gli occhi per la gioia e la moglie, cantante, è sembrata intonare sottovoce questo vice-inno d'Italia. Ma ecco il Nessun dorma. E «che serata meravigliosa: grazie, grazie, grazie», ripete tre volte il super-ospite.
Quando Xi fa notare che nel suo Paese sono diminuiti i poveri - «Nel 2003 erano 86 milioni, ora soltanto 10 milioni» - tra i commensali delle due tavolate sul Colle è circolata la battuta: «I cinesi copiano tutto e tutti, e allora Xi ha copiato Di Maio abolendo la povertà!». Ma Di Maio non c'è, e neppure Salvini. Parte un'altra freddura: «Se a tavola ci fosse Trump, il capo leghista si sarebbe seduto sulle sue ginocchia». E c'è chi chiosa l'assenza di Salvini così: «L'Italia ricevette Breznev quando la guerra fredda era al culmine, e nessuno marcò visita. Non è che si vanno a salutare solo quelli che ti stanno simpatici».
150 i presenti nel Salone delle feste, nei piatti i tortelli ripieni di carbonara, il vitello al tartufo e il babà alla frutta. La figlia di Mattarella seduta accanto al presidente cinese e il presidente italiano ha al suo fianco la first lady Peng Liyuan in abito tradizionale cinese blu scuro come quello del marito. Che nel discorso ai commensali, oltre a Marco Polo e al grande missionario gesuita Matteo Ricci, cita il siciliano Prospero Intorcetta: che per primo tradusse Confucio in latino e lo portò in Italia nel 600.
Ma ecco Xi che parla di unilateralismo e multilateralismo, stronca il primo esalta il secondo e alcuni presenti leggono così le sue parole: «Sta criticando Trump». E gli altri. Al tavolo presidenziale, la Casellati e Fico, Conte, Tria, Moavero, la Trenta, Bonisoli, Centinaio, Giorgetti. Ecco il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. La Raggi sembra in grande spolvero. Degustano il vino rosso dignitari e imprenditori cinesi, e con loro Prodi che è molto ascoltato in Cina, Rutelli reduce dall'affollatissimo Forum culturale a Palazzo Barberini, Boccia (presidente di Confindustria), Carlo Messina (ad di Intesa San Paolo), Marco Tronchetti Provera, Emma Marcegaglia, la Carfagna, Maria Patrizia Grieco di Enel, Galateri di Generali, John Elkann (che mostra alcuni gadget della Juve), Starace, Massolo, De Gennaro e via così: politica giallo-verde più mondo dell'impresa. Brinda con Xi il padrone di casa e dice Mattarella: «L'amicizia tra Italia e Cina dev'essere improntata al rispetto reciproco». Xi ha un modo di fare che ha impressionato tutti alla cena: la leggerezza e la cortesia di chi conosce il peso del proprio ruolo del mondo. «E' l'ultimo imperatore ma non lo fa pesare», dice un ministro ai vicini di posto. Tra una bicchierata e l'altra. E si beve bene: le bollicine Ferrari di Lunelli, un buon bianco, il barbaresco, il Marsala del baglio De Bartoli. Ed è un grande fa della mondializzazione Xi, ma anche uno che sa gustare il nazional-popolare e il glocal.
Mario Ajello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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