Dalla quarantena di Wuhan dottorato a Padova via Skype

Venerdì 14 Febbraio 2020
IL COLLOQUIO
PADOVA «È stato fantastico». Chiusa nella sua casa di Wuhan, costretta alla quarantena («ma - garantisce - sto bene»), la ventottenne Wenfang Cao ha festeggiato stappando una bottiglia di quello buono e dimenticando, per un giorno, di essere nella città-fantasma, sorta di ground zero mondiale del coronavirus. Tramite Skype, Wenfang ha annullato in un batter di ciglia le distanze tra Wuhan e Padova e ha superato brillantemente la discussione della sua tesi di dottorato, interrogata in diretta dal professor Paolo Tarolli seduto alla sua scrivania. Uno schermo, un collegamento e la tecnologia ha preso in contropiede il Covid-19 e tutto quello che ci gira attorno.
LA STUDIOSA
Borsa di studio del China Scholarship Council presso il Dipartimento Territorio e Sistemi agro-forestali dell'Ateneo patavino, la giovane dai capelli corvini ha illustrato la sua tesi sull'antropocene, l'epoca geologica attuale in cui l'ambiente terrestre, nell'insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala sia locale sia globale dagli effetti dell'azione umana. Originaria di Wuhan, era tornata a casa per trascorrere un periodo di vacanza, quando è scoppiata l'emergenza coronavirus. Ma la dottoranda cinese non si è persa d'animo: pur seguendo alla lettera le prescrizioni mediche, molto rigide, è riuscita a completare il suo lavoro e a sostenere con successo la discussione, a distanza, non potendo infatti lasciare il Paese. «L'unica cosa di cui dobbiamo aver paura, è la paura stessa», dice la giovane. «Ieri (mercoledì, ndr) ho tenuto la mia discussione ed è stata un'esperienza meravigliosa», dice ridendo Wenfang Cao, confermando di essere in buona salute e di avere la percezione di non correre rischi. La quarantena è solo a scopo precauzionale.
Il suo lavoro consiste nella quantificazione dell'impatto dello sviluppo socio-economico, nel corso del tempo, sulla morfologia della Terra a scala regionale e globale mediante l'impiego di big data da remote sensing. «Lo scopo è stato dimostrare, su base statistica, come l'attività dell'uomo abbia causato, sin dagli inizi della rivoluzione neolitica, sempre più evidenti modifiche territoriali e strutturali al nostro pianeta, a tal punto che ora essa potrebbe essere paragonata all'azione di un agente geologico, un concetto abbastanza rivoluzionario nella comunità scientifica delle geoscienze».
IL PROFESSORE
Un tema di grande importanza e impatto. «Wenfang Cao è stata una dei miei studenti più brillanti, il suo carico di energia, positività, entusiasmo e, soprattutto, curiosità lo porterò sempre con me» afferma Tarolli. «Un onore per me averla affiancata in questo cammino di tre anni. Mi ricordo ancora il nostro primo incontro nella giornata di benvenuto dei nuovi studenti di dottorato. Si è avvicinata e mi ha chiesto quali fossero le tematiche di punta della mia ricerca, io gli risposi l'impatto dell'attività dell'uomo sul nostro pianeta e la sua quantificazione a scala globale. Lei mi rispose molto interessante, ho un background diverso dal suo, ho studiato economia, magari potrei arricchire questo argomento offrendo un diverso punto di vista. E fu così che tutto iniziò, un cammino che ha avuto anche difficoltà e momenti di smarrimento, ma che alla fine si è concluso con il migliore dei risultati».
Un segnale di speranza e di forza d'animo. «Nonostante la situazione oggettivamente difficile, Wenfang Cao ci dimostra - sottolinea il magnifico rettore dell'Università di Padova, Rosario Rizzuto - come la conoscenza non abbia limiti e sia una leva per superare ogni ostacolo. Nella ricerca c'è la chiave per migliorare il futuro del pianeta. Ribadisco il messaggio che ho voluto mandare a nome dell'Università di Padova al popolo cinese: siamo loro vicini e pronti ad affrontare insieme questa emergenza sanitaria che, in un mondo iper-connesso come il nostro, non può che essere globale».
Federica Cappellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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