Città irreale tra maschere e musei chiusi Prenotazioni in hotel: un crollo del 40%

Martedì 25 Febbraio 2020
IL PUNTO
VENEZIA Chiusi i musei, sbarrata la Basilica e il campanile di San Marco, sospesi gli spettacoli dei teatri, a cominciare dalla Fenice... Così Venezia ha iniziato ieri a chiudere i battenti, come impone l'ultima ordinanza sul coronavirus. E se per strada i turisti erano ancora in giro, il crollo delle prenotazioni negli alberghi è già una realtà che preoccupa, con le prossime settimane/mesi che potrebbero diventare difficili per la città abituata a vivere (e molto bene) solo di turismo.
PIÙ MASCHERE CHE MASCHERINE
Una serrata generalizzata, quella iniziata ieri e che continuerà fino a domenica, ma potrebbe anche essere prolungata. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, lo ha confermato ieri. E ne riparlerà oggi all'incontro con le categorie sugli effetti economici dello stop, programmato alla protezione civile di Marghera. Intanto la prima vittima è il finale del Carnevale. Annullati gli eventi degli ultimi due giorni, ieri, in Piazza, gli operai erano già al lavoro per smontare il palco. Indifferenti alla smobilitazione, gruppi di maschere continuavano a sfoggiare i loro abiti. Turisti, probabilmente affezionati all'evento veneziano, che non hanno rinunciato alle loro ultime ore di passerella. E in effetti, a voler fare un bilancio della giornata, ieri c'erano ancora più maschere in costume che mascherine anti-contagio, che pure si sono moltiplicate per le calli e nei negozi.
LA CORSA AL DISINFETTANTE
Tutto in un clima strano, tra contrasti e contrapposizioni, dove la paura ha iniziato a farsi sentire, soprattutto tra i veneziani. Emblematico il caso di un negozio di ferramenta in campo Santa Margherita che ha aperto, ma con la saracinesca abbassata e i commessi che servivano i clienti con la mascherina, attraverso la grata. Introvabili, a proposito, guanti, mascherine e disinfettanti, con farmacie e supermercati che avevano esaurito le scorte già da giorni. E con qualcuno che ne ha approfittato per alzare i prezzi. Tra le chiusure, particolarmente sofferta per le casse del Comune, quella del Casinò, dove si sta approfittando per disinfettare le fiche, una ad una. Pulizie generali anche sui mezzi di Actv, vaporetti e autobus, che hanno iniziato ad essere meno affollati.
IL CROLLO DELLE PRENOTAZIONI
L'inizio di un crollo di presenze che potrebbe avere effetti pesanti in città. Lo dice chiaramente il primo procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin, che ha disposto la chiusura di Basilica e campanile. «Viviamo delle entrate dei visitatori. Se la chiusura dovesse prolungarsi sarebbe un problema per noi. Abbiamo 80 dipendenti, più il clero. I costi restano immutati, ma non ci sono più le entrare» annota Tesserin, che rivela come dalle agenzie di viaggio arrivino notizie preoccupanti: «Le prenotazioni per le visite, in un giorno, sono passate da 50 a 5, 6. Un crollo. Dopo l'emergenza per l'acqua alta, questa è un'altra ondata, più pericolosa». Gli fa eco anche il presidente dell'associazione Piazza San Marco, nonché titolare dello storico caffè Todaro, Claudio Vernier: «Finita questa nuova emergenza speriamo che chi di dovere, ovvero la politica, ci dia una mano in termini di agevolazioni e di informazione al mondo sulla reale situazione di Venezia. Certo, resta il problema di una cultura monoturistica che non aiuta la città. Se ora ci fossero più veneziani sarebbe diverso». Per l'Ava, l'associazione albergatori Venezia, le disdette si aggirano già sul 40%. Un problema che accomuna anche le realtà del litorale, come Jesolo, dove si teme che il crollo si estenda anche alle ferie pasquali.
R. Br.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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