A tutte le partite Iva liquidità immediata fino a 25 mila euro

Lunedì 6 Aprile 2020
IL PROVVEDIMENTO
ROMA Il decreto arriverà oggi. Ma l'iniezione di liquidità per le imprese promessa dal governo potrebbe non essere immediata. O almeno non per tutte le aziende. Il provvedimento stanzierà dieci miliardi di euro. Il Fondo centrale di garanzia, gestito dal Mediocredito centrale, vedrà i propri fondi lievitare durante l'anno fino a 7 miliardi di euro per garantire alle imprese fino a 499 dipendenti (e questa è una novità), garanzie in grado di mobilitare 100 miliardi di euro di crediti. Ieri è stato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, a spiegare come queste garanzie opereranno, promettendo che saranno attive entro «qualche giorno». Fino a 25 mila euro di prestito non ci sarà nessuna istruttoria, né da parte della banca e nemmeno da parte del Fondo. Siccome i fidi verranno erogati in base al fatturato coprendo al massimo il 25%, questo prestito riguarderà realtà con ricavi fino a 100 mila euro. Sostanzialmente le partite Iva e le piccolissime imprese. Fino a 800 mila euro, invece, il Fondo centrale presterà una garanzia del 100% sul fido. Ma prima di concederla dovrà effettuare una valutazione sull'impresa. Ci sarà, insomma, una «condizionalità», che servirà ad escludere quelle imprese che, a giudizio del fondo, potrebbero non essere in grado di restituire i soldi alla banca. Un meccanismo che, tuttavia, potrebbe rallentare l'erogazione dei fondi, visto che è prevedibile che la richiesta di assistenza possa arrivare dalle centinaia di migliaia di imprese chiuse dalle ordinanze del governo e che si trovano a corto di liquidità. Anche la più rapida delle istruttorie (così come promette il governo), insomma potrebbe rallentare il processo di erogazione del credito. Oltre gli 800 mila euro, e fino a 5 milioni di euro, poi, la garanzia pubblica sarà del 90% (potrebbe salire fino al 100% solo grazie alla controgaranzia dei confidi).
IL MECCANISMO
In questo caso non sarà il Fondo ad effettuare la valutazione. Toccherà invece alle banche decidere in base al merito creditizio dell'impresa richiedente. Ma questa valutazione non sarà fatta sull'andamento dell'ultimo trimestre, verrà presa in considerazione la fotografia scattata al 31 dicembre dello scorso anno, in modo da non tener conto degli effetti del coronavirus sui conti. La liquidità garantita dallo Stato, dunque, non sarà a pioggia, ma escluderà un certo numero di aziende ritenute non in grado di restituire i prestiti. La garanzia concessa dallo Stato sarà a prima richiesta, i prestiti saranno a tasso quasi zero e dovranno essere restituiti in sei anni. Nel provvedimento ci sarà anche il rafforzamento dei poteri speciali del Tesoro per tutelare le imprese nazionali considerate strategiche. Queste imprese, tra le quali saranno annoverata anche quelle agricole, medicali, bancarie e assicurative, saranno protette anche da tentativi di scalata provenienti dall'Ue. Per le grandi aziende del Paese ci sarà un fondo di garanzia gestito dalla Sace che erogherà prestiti che verrebbero sottoscritti anche dalla Cdp e potrebbero essere trasformati in capitale. Ricco anche il capitolo fiscale, con la sospensione dei versamenti di tasse e contributi dei prossimi due mesi. «In questo momento»; ha detto ieri il premier Giuseppe Conte alla tv Usa Nbc, «non posso dire quando il lockdown avrà fine. Noi stiamo seguendo le indicazioni del comitato scientifico ma l'Italia è stata la prima nazione ad affrontare l'emergenza». Il segretario del Pd Zingaretti ha invece confermato l'impegno « non lasciare solo nessuno nella crisi». Oggi il Consiglio dei ministro dovrebbe approvare anche lo slittamento delle elezioni comunali e regionali.
Andrea Bassi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci