Tumori della prostata, donate a Urologia nuove strumentazioni diagnostiche

Martedì 16 Giugno 2020
Tumori della prostata, donate a Urologia nuove strumentazioni diagnostiche
BASSANO - L’Urologia dell’ospedale San Bassiano si dota di due nuovi strumenti all’avanguardia per la diagnosi del tumore della prostata: si tratta di un ecografo e di un software per eseguire le biopsie transperineali mirate su lesioni prostatiche sospette. Il tutto grazie ad una donazione del valore di oltre 40 mila euro da parte dell’Associazione Oncologica San Bassiano Onlus, alla quale hanno partecipato due imprenditori del Bassanese (Bruno Bellò e Antonio Cavalli), e l’avvocato Elena Scotton nella veste di responsabile del “Progetto Manola”.

A spiegare l’importanza di questa donazione e i vantaggi di questa tecnologia è il dott. Antonio Celia, direttore dell’Urologia dell’ospedale di Bassano: «Si tratta di una procedura diagnostica eseguita già da anni presso il nostro centro, ma che con questi nuovi strumenti d’ora in avanti potremo eseguire in ambulatorio con una semplice anestesia locale. Prima invece questo tipo di biopsia prostatica richiedeva un ricovero in reparto e veniva eseguita esclusivamente presso le nostre sale operatorie, in anestesia generale. In termini pratici questo si traduce in un minor disagio per il paziente, che può tornare a casa poco dopo il termine della procedura, e in una maggiore razionalizzazione delle risorse ospedaliere».

Questo nuovo approccio ben si adatta alle nuove evidenze scientifiche internazionali, che ormai riconoscono questo tipo di biopsia mirata come lo standard di riferimento per la diagnosi della neoplasia in presenza di risonanza magnetica prostatica sospetta. Con questa metodologia, infatti, è dimostrato un notevole aumento della capacità di diagnosticare l’eventuale presenza del tumore rispetto alla biopsia standard. 

Ma c’è anche un altro vantaggio importante in questa metodologia: la riduzione delle liste di attesa. «Infatti - spiega ancora Celia - il sempre più diffuso utilizzo della risonanza magnetica ha portato ad un aumento delle richieste, e quindi delle liste di attesa per questa procedura. Non essendo più necessario il ricovero del paziente e l’utilizzo di una sala operatoria, invece, è evidente che ora potremo incrementare in modo significativo il numero di procedure erogate, riducendo così le liste d’attesa e potendo quindi effettuare delle diagnosi anche più tempestive. Non da meno questo   spostamento   di   buona   parte   delle   procedure   nei   nostri   ambulatori   porterà   ad   un alleggerimento del carico nella sale operatorie, in modo da per poter potenziare ulteriormente l’impegno verso quelle terapie per il tumore della prostata che richiedono attrezzature e personale di   sala: in   particolare   mi   riferisco   alla   crioterapia   prostatica, di   cui   già   abbiamo   una   lunga esperienza».

La nuova tecnica resa possibile da questa donazione ben si colloca quindi all’interno di un già ampio bagaglio diagnostico-terapeutico utilizzabile per il tumore della prostata, che nell’ambito di un approccio multidisciplinare coinvolgere diversi specialisti in base al percorso diagnostico-terapeutico definito per il paziente, che è sempre personalizzato. «Con questa donazione - commenta il commissario dell’Ulss 7 Pedemontana Bortolo Simoni - si conferma la vocazione del San Bassiano come ospedale ad alta tecnologia, dove l’innovazione delle attrezzature va di pari passo con la capacità di adottare le metodiche più all’avanguardia. Voglio quindi ringraziare l’Associazione Oncologica San Bassiano e quelli che hanno contribuito a questa donazione, che ci consentirà di alzare ulteriormente i già elevati standard assistenziali».

«La nostra collaborazione con l’ospedale è sempre finalizzata ad aiutare i malati - sottolinea Gianni Celi, presidente dell’associazione -. Per quanto riguarda in particolare il reparto di Urologia, abbiamo iniziato a mettere a disposizione le nostre forze per venire incontro alle esigenze anche degli uomini, dopo che per tanto tempo ci eravamo interessati principalmente alle patologie tumorali tipicamente femminili. Con il dott. Celia c’è un’intesa che sta dando ottimi risultati, pertanto ben volentieri abbiamo colto il suggerimento di donare questa strumentazione innovativa, e sempre con lui stiamo portando avanti anche altri progetti che presenteremo a breve».
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