Renzo Rosso e Arianna Alessi: «Le nostre nozze segrete fra moda, solidarietà e vino»

La coppia rivela: «Agli stilisti avevamo detto che ci servivano due abiti per fare moglie e marito a Carnevale»

Martedì 4 Aprile 2023 di Angela Pederiva
La foto del “sì” Rosso-Alessi sulla spiaggia di Miami il 22 marzo 2022

BREGANZE - Un matrimonio segreto. Prima, durante e dopo: «Agli stilisti avevamo detto che ci servivano due abiti per mascherarci da moglie e marito a Carnevale. Quando è arrivato il grande giorno, eravamo solo noi due e la nostra piccola Sydne, il modo migliore per godercelo fino in fondo senza il classico sbattimento dei ricevimenti.

Poi per un anno non abbiamo detto niente a nessuno».

Finché lo scorso 22 marzo, compleanno di Arianna, Renzo Rosso le ha fatto gli auguri anche di «felice primo anniversario», postando su Instagram la foto del loro “sì” sulla spiaggia di Miami. Così per la prima volta i coniugi Alessi-Rosso parlano pubblicamente delle loro nozze, conversando con Il Gazzettino poco prima di ricevere il premio “La moda veste la pace” a Breganze, nel quartier generale del gruppo (e della fondazione) Only the Brave: «Eh già, al giorno d’oggi “solo i coraggiosi” si sposano...».

LA ONLUS
La loro è ormai una lunga storia d’amore. «Stiamo insieme da 14 anni e ci troviamo bene perché abbiamo un buon feeling, siamo collegati in wi-fi», sorride Renzo nella videointervista di coppia per il nostro sito in cui Arianna concorda: «Abbiamo gli stessi valori».
Al punto che i rispettivi pregi e difetti si incrociano e si contaminano. Dice infatti Rosso: «È dura stare a fianco di una donna che non si ferma mai. Ma grazie a questi stimoli, lei mi dà la carica ogni giorno per fare cose nuove».
Alessi ribatte: «Anch’io ho un grande motivatore in fianco. Però lui è del segno della vergine, per cui è un perfettino». 
Uniti nella vita e nel lavoro, l’imprenditore (per tutti vicentino doc, ma nativo invece di Brugine, nel Padovano) e la manager condividono anche l’impegno filantropico al vertice della onlus Otb, che declina i princìpi di «innovazione, impatto sociale diretto e sostenibilità» in una lunga serie di settori, dall’istruzione alla salute, dall’integrazione alle emergenze. È per questo che il 67enne e la 47enne ritirano il riconoscimento conferito annualmente dall’African Fashion Gate, un laboratorio permanente che ha l’obiettivo di rendere più inclusivo il mondo della moda, delle arti, dello spettacolo e dello sport, attraverso iniziative culturali e progetti concreti. La motivazione è scandita dalla presidente Marietou Dione: «Per aver accolto i cittadini ucraini dando loro alloggio, cibo e lavoro». 

L’ACCOGLIENZA
Subito dopo l’invasione russa, infatti, la Fondazione ha accolto per prima l’appello lanciato dall’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, assicurando un iniziale sostegno economico a quasi 7.000 persone. Dopodiché il supporto alla popolazione è continuato attraverso l’organizzazione di pullman.
«Ogni settimana partivano da qua carichi di coperte e medicinali, poi tornavano indietro con le donne e con i bambini: mi svegliavo alle 3 di notte e Arianna era al telefono con gli autisti», ricorda Renzo. La struttura ha poi agito da intermediaria tra i profughi e gli enti, garantendo a 443 persone un’abitazione e un percorso di accoglienza promosso dal ministero dell’Interno, ma anche curando per alcuni di loro l’inserimento lavorativo di lungo periodo nelle società del gruppo industriale e in altre aziende del territorio. 
Nel frattempo è proseguita la consegna dei beni di prima necessità a mille famiglie nelle città di Odessa, Dnipro, Kramatorsk e Kyiv, in collaborazione con le fondazioni Zegna e Cesvi, così come è andato avanti l’aiuto ai centri profughi ucraini in Moldavia nelle località di Ungheni, Soroca, Orhei, Chisinau, Balti e Causeni, in coordinamento con l’Unhcr. Spiega Rosso: «Credo in questo modo di fare business. L’impresa crea, investe e fattura, ma poi restituisce indietro una parte della ricchezza. Ecco, noi lo facciamo e lo predichiamo, perché ci piacerebbe che tutto il mondo imprenditoriale avesse questo stesso comportamento sostenibile».
Aggiunge Alessi: «Da buoni veneti, prima facciamo e poi diciamo. Ma abbiamo capito che solo comunicando si dà valore alla solidarietà».

LA PARITÀ
Nelle precedenti edizioni, l’African Fashion Gate ha premiato altre icone del fashion system, da Franca Sozzani a Valentino Garavani, passando per Giorgio Armani e Naomi Campbell. Osserva il fondatore Nicola Paparusso: «Un tempo era solo lei la modella nera, mentre ora ce ne sono tante. Ma c’è ancora molto da fare contro la discriminazione razziale. E va affrontato anche il problema della parità di genere, educando i bambini a rispettare le differenze e a considerarle delle opportunità».
Anche su questo la coppia Rosso-Alessi è compatta. «Le donne sono il 63% delle nostre dipendenti e il 51% dei primi livelli», sottolinea lui, che in azienda ha voluto attivare una serie di servizi mirati a favorire la conciliazione tra lavoro e vita, dall’asilo nido al centro estetico.
Per lei l’empowerment femminile ha radici personali: «Provengo da una famiglia di imprenditori orafi. Il mio bisnonno aveva avviato una ditta nel settore delle catene, poi mio nonno aveva fissato la regola per cui solo i discendenti maschi avrebbero potuto lavorare. Quando è arrivato il mio momento, davo per scontato che quel divieto sarebbe stato superato. L’unico favorevole era però mio padre, invece i miei zii mi hanno sbattuto la porta in faccia: quindi io sono rimasta fuori, anche se ero l’unica con la laurea, mentre i miei cugini sono entrati, pur avendo solo la terza media. Ma quella delusione si è trasformata in un trampolino. Grazie ai miei studi in Economia e legislazione d’impresa, mi sono aperta la mia strada nel mondo delle aziende, dei fondi e delle banche, trovandomi spesso ad essere l’unica donna in un board di uomini. Per questo all’interno di Otb ho voluto dare il mio contributo al rafforzamento del ruolo femminile».

L’ultima iniziativa si chiama “Brave women awards”: 55 borse di studio, per un investimento di 550.000 euro, a favore di altrettante giovani studentesse con alti meriti accademici e basso Isee familiare, affinché possano frequentare un master nell’ambito del management aziendale o della pubblica amministrazione in una delle 5 Università convenzionate (Bocconi, Luiss, Ca’ Foscari, Padova e Bologna). «Con l’impegno una volta entrate nel mondo del lavoro – evidenzia Arianna – a fare lo stesso per altre ragazze». 

IL MADE IN ITALY
Insomma non c’è solo la moda per la famiglia vicentina a cui fanno capo i marchi Diesel, Jil Sander, Maison Margiela, Marni, Viktor&Rolf. La prossima tappa sarà «l’apertura di un agriturismo a Marostica», intanto ci sono «le bottiglie in mostra a Vinitaly».

IL POST GALEOTTO


 

La coppia Rosso-Alessi arriva a Verona nelle ore in cui è in visita la premier Giorgia Meloni. L’imprenditore confida: «Ho un buon rapporto con il Governo, stiamo sviluppando il progetto sul made in Italy per cui ho avuto l’incarico da Confindustria».
Arianna annuisce: «Il vino è territorio, noi ci crediamo molto. Chi è l’intenditore tra i due? Renzo beve di più, ma io faccio lo scouting».

Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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