VERONA - È morto a Milano, all'età di 97 anni, il regista e sceneggiatore Gianfranco de Bosio, protagonista di spicco del teatro italiano del secondo dopoguerra, a cui si deve la riscoperta del Ruzante e la valorizzazione dell'Arena di Verona, di cui fu soprintendente. La cerimonia funebre si terrà a Verona venerdì 6 maggio, dove nacque nel 1924. De Bosio fu partigiano durante la Resistenza e membro del Cln provinciale veronese.
Cecilia Gasdia: «L'Arena gli deve tutto»
«All'arte, all'etica e alla persona di Gianfranco de Bosio, l'Arena di Verona deve molto di ciò che è stata e di ciò che è tuttora, indicando la via ideale di quello che l'Arena potrà essere». Lo afferma il sovrintendente e direttore artistico Cecilia Gasdia della Fondazione Arena di Verona, ricordando la figura del grande regista. «Nella mia carriera - aggiunge Gasdia - ho avuto l'onore di incontrarlo più volte, ancora giovanissima come artista guidata da lui sul palcoscenico, sono tornata in Arena sotto la sua Sovrintendenza, l'ho incontrato nuovamente come docente mentre dirigevo l'Accademia per l'Opera veronese, e ho potuto recentemente affidare alle sue amorevoli cure la storica Aida: anche negli ultimi anni, in cui emergeva la fatica fisica, non trattò mai nessuna ripresa come mero repertorio; al contrario, era sempre alla ricerca di nuove soluzioni, perché il teatro fosse sempre vivo, mai museale».
Docente, regista e sceneggiatore
La Fondazione areniana, nell'esprimere il proprio cordoglio, ricorda De Bosio come «instancabile docente, regista e sceneggiatore per prosa, opera e cinema, storico Sovrintendente dell'ente lirico Arena negli anni 1968-'70 e 1992-'98». In Arena debuttò come regista nel 1977 per la prima volta di Romeo e Giulietta di Charles Gounod (in italiano), per tornarvi con Mefistofele di Boito nel 1979 e con le verdiane Otello (1982) e La Traviata (1987). Negli anni firmò molte delle produzioni areniane più celebri, come Aida (dal 1982) e Nabucco (dal 1991). Aida è stata ripresa fino al 1986, nel biennio '88-'89, quindi ininterrottamente dal '92 al '98, e con cadenza quasi biennale dal 2008 al 2019. Nabucco, con la scena dominata dall'imponente torre di Babele stilizzata da Rinaldo Olivieri, ha avuto quasi altrettanta fortuna, con un primo quinquennio di rappresentazioni e una ripresa dal 2011 al 2015.