Silicio e Ucraina, dal G7 due sfide per il Nordest. I retroscena del piano

Venerdì 15 Marzo 2024 di Angela Pederiva
Silicio e Ucraina, dal G7 due sfide per il Nordest. I retroscena del piano

VERONA - Puntuali le strette di mano in Bra alle 8.15, puntualissima la foto di famiglia in Arena alle 8.30. Così non sono ancora le 9.10 quando in Gran Guardia, esaurita anzitempo la liturgia di ogni vertice internazionale che si rispetti, Adolfo Urso può dare avvio alla prima riunione ministeriale del percorso di presidenza italiana del G7. «Iniziamo in anticipo ed è già una buona notizia: vuol dire che i nostri Paesi sono tempestivi nell'intervenire nei processi geoeconomici», sorride il titolare delle Imprese e del Made in Italy, attorniato dagli omologhi François-Philippe Champagne (Canada), Robert Habeck (Germania), Taku Ishii e Junji Hasegawa (Giappone), Michelle Donelan (Gran Bretagna), Marina Ferrari (Francia), Zoe Baird (Stati Uniti) e Margrethe Vestager (Commissione Europea), nel centro semiblindato di una soleggiata Verona, teatro insieme a Trento della due-giorni dedicata all'industria, alla tecnologia e al digitale che porta a Nordest due annunci: il possibile insediamento da 3,2 miliardi di Silicon Box in Veneto e la prossima firma a Trieste di un accordo sulla piattaforma logistica di Horonda in Ucraina che coinvolgerà anche Venezia.


I CHIP
Il filo conduttore dell’evento è la duplice transizione, verde e digitale, che il sistema produttivo è chiamato ad affrontare.

E possibilmente a vincere, lascia intendere Emma Marcegaglia da presidente del parallelo B7, ammesso per la prima volta al tavolo dei Governi dei sette Paesi economicamente più avanzati, che per l’occasione fanno salire il maestoso scalone del seicentesco palazzo pure ai rappresentanti di Ucraina, Corea del Sud ed Emirati Arabi. Tre le sessioni plenarie, in aggiunta agli incontri bilaterali: intelligenza artificiale, sicurezza delle catene di approvvigionamento e delle reti, sviluppo digitale sostenibile e inclusivo. È materia da chip, piastrine di silicio con circuiti integrati, che la singaporiana Silicon Box vuole produrre in Italia. «Il progetto – rivela Urso – non nasce ieri. Ho costituito una task-force che ha presentato il piano per la microelettronica a oltre 80 multinazionali dei cosiddetti Paesi amici e cioè Corea del Sud, Taiwan, Giappone, Singapore e Stati Uniti. Da questo è nato l’interesse di Silicon Box, la cui ricognizione sul territorio è stata assistita dal nostro dicastero con lo strumento del tutor personalizzato, nell’estate dello scorso anno, in diverse regioni italiane nel Nord come nel Sud». Alla fine sono rimasti in corsa Veneto, Lombardia e Piemonte. «Ora l’azienda – sottolinea il ministro – trarrà le sue conclusioni su dove localizzare l’investimento. Ma per l’Italia non sarà l’unico quest’anno e ne seguiranno altri nei prossimi, anche più consistenti». Non è nemmeno escluso il ritorno sui propri passi di Intel, che aveva puntato gli occhi su Vigasio, proprio in terra scaligera. «Su quel fronte – afferma l’esponente di Fdi – non abbiamo nulla da recriminare. Sia il precedente Governo che questo, così come le Regioni a cominciare dal Veneto, hanno fatto tutto il possibile. È Intel che ha rivisto i propri piani industriali, preferendo progetti più attuali in Germania rispetto a quelli più avanzati in Francia e in Italia. Comunque se Intel è intenzionata a completare la sua presenza in Europa, noi ci siamo» (e il governatore Luca Zaia, ospite in serata, glissa in un modo che pare una conferma: «Su questo dossier ho il vincolo della riservatezza»).


IL PROTOCOLLO D’INTESA
Ma l’Italia intende esserci anche sul corridoio logistico di Horonda, secondo quanto concordato con la vicepremier Julija Svyrydenko, attraverso il protocollo d’intesa che sarà firmato il 9 aprile a Trieste, nell’ambito di un incontro multilaterale mirato a sostenere gli scambi commerciali da e per la martoriata terra ucraina. «L’obiettivo – anticipa Urso – è smistare in ingresso e in uscita le merci lungo le direttrici nord, quindi Germania e Polonia; sud, dunque Romania; ovest, interessando perciò l’Interporto Quadrante Europa di Verona e i Porti di Trieste e di Venezia. Al progetto partecipano in consorzio alcune aziende private e pubbliche italiane». A proposito di imprese, ma piccole e medie, per il G7 occorre «allineare sempre più le regole tra i Paesi per favorire uno sviluppo omogeneo dell'intelligenza artificiale, del quantum e delle altre tecnologie emergenti, coinvolgendo le Pmi e favorendo l'alfabetizzazione di massa». Nel frattempo sarà portata avanti l’esplorazione dei siti, pure a Nordest, in cui effettuare l’estrazione mineraria, «per garantire l'autonomia strategica delle materie prime». Sfide a cui il gruppo dei 7 brinda ad Amarone, nella giornata che finisce in musica al Teatro Filarmonico. Ma dietro l’angolo di corso Porta Nuova c’è il 2025, come ricorda lo scherzoso fuori onda tra Urso e Zaia sul terzo (e quarto) mandato...
 

Ultimo aggiornamento: 07:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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