Da Londra a Venezia, visto rifiutato alla milionaria. Il patrimonio immobiliare da 5 milioni di euro non basta come "garanzia" per stare in Veneto

Ma il Tar: «Sa mantenersi». Non lavora ma ha rendite, case e conti bancari. La scelta di trasferirsi per assistere i genitori malati

Venerdì 16 Febbraio 2024 di Angela Pederiva
Da Londra a Venezia, visto rifiutato alla milionaria - Foto di RON ROV

VENEZIA - Niente a che vedere con i drammi dell'immigrazione per guerre, povertà e persecuzioni. Ma la storia raccontata da questa sentenza, depositata l'altro giorno dal Tar del Lazio, a suo modo è comunque emblematica: una milionaria britannica ha dovuto affrontare un contenzioso con il ministero degli Esteri, dopo che il Consolato generale d'Italia a Londra ha bocciato la sua richiesta per il rilascio di un visto per residenza elettiva a Venezia, dove vivono i suoi genitori che sono gravemente ammalati e dunque bisognosi di assistenza. Secondo le autorità diplomatiche, gli ingenti possedimenti immobiliari e mobiliari della donna non sarebbero stati sufficienti a garantire la sua permanenza in Veneto, ora che il Regno Unito non fa più parte dell'Unione Europea.


 

Visto per residenza elettiva


Essendo una cittadina extracomunitaria, che per sua fortuna non ha l'esigenza di lavorare, per soggiornare regolarmente in Italia aveva la necessità del visto per residenza elettiva. Si tratta del titolo, rinnovabile di anno in anno, che viene concesso allo straniero intenzionato a stabilirsi nel nostro Paese, purché dimostri di detenere le risorse sufficienti a mantenersi autonomamente senza esercitare alcuna attività lavorativa, documentando la disponibilità di un'abitazione e delle rendite di sostentamento.

Le proprietà della donna

La donna ha così depositato un contratto quadriennale d'affitto per una casa a Venezia con un canone annuo di 27.600 euro, un atto di compravendita di un immobile, sempre nel capoluogo lagunare, per un importo di 835.000 euro, nonché un documento fiscale che attestava i profitti di un anno di locazioni immobiliari in Gran Bretagna per 20.789 sterline.


Troppo poco per la rappresentanza diplomatica, che ha chiesto ulteriore documentazione, «atta a dimostrare il possesso di risorse finanziarie adeguate, stabili e continuative nel tempo», tali da assicurare la soglia minima annua di 31.000 euro.

L'interessata ha dimostrato di essere la titolare di immobili per un valore di «5 milioni» e di diversi conti bancari su cui sono depositate «somme di denaro cospicue».

Ma la sua istanza è stata comunque respinta dall'autorità consolare ed è stata rigettata pure la sollecitazione a una revisione in autotutela, alla luce di un'ulteriore evidenza: un contratto di locazione a Londra che le frutta «un canone mensile pari a 5.600 sterline», pari a circa 6.500 euro, che in un anno diventano 78.000.


 

Il ricorso


A quel punto è scattata l'azione giudiziaria davanti al Tribunale amministrativo regionale del Lazio contro il ministero degli Esteri. Per conto della Farnesina, l'Avvocatura generale dello Stato ha sostenuto che «le risorse dichiarate non erano state ritenute espressive di una solida capacità economica», in quanto il patrimonio «era senza dubbio rilevante, ma non poteva essere considerato come rendita autonoma, stabile e regolare di cui si possa ragionevolmente supporre la continuità nel futuro».


 

La decisione del Tar

Opposta è stata invece la valutazione del Tar, rimarcando che la cittadina britannica possiede «un patrimonio immobiliare di ingente valore, nonché suscettibile di essere messo rapidamente a reddito», al quale vanno aggiunti i depositi bancari, perché «anche le somme liquide versate sui conti correnti, quando di entità rilevante, meritano di essere positivamente considerate ai fini dell'accertamento della sussistenza delle risorse economiche». Di conseguenza è stato accolto il ricorso patrocinato dall'avvocato Fabrizio Ippolito D'Avino, appellabile in Consiglio di Stato.

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 12:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci