Venezia e la guerra in Dalmazia, un nuovo libro con il Gazzettino

Martedì 8 Marzo 2022 di Alessandro Marzo Magno
Venezia e la guerra in Dalmazia, un nuovo libro con il Gazzettino

Lo stato da Mar veneziano in Dalmazia nel Cinquecento era costituito da un susseguirsi di possedimenti costieri, spesso senza collegamenti fra loro e raggiungibili soltanto via mare. Nel corso delle guerre contro gli ottomani del Seicento e del primo Settecento il possesso veneziano si allarga anche all'entroterra e si estende lungo le isole e la fascia costiera dal sud di Fiume, saldamente in mani asburgiche, alle Bocche di Cattaro.
Il merito maggiore delle conquiste territoriali veneziane va al provveditore generale Leonardo Foscolo e al suo comandante delle truppe di terra, il barone tedesco Christopher von Degenfel.

Di queste straordinarie imprese, dell'allargamento del dominio marciano in Dalmazia, si parla nel libro di Federico Moro La triplice corona di Foscolo. Sebenico, Knin, Clissa, 1645-1649, edito dalla goriziana Leg e in vendita con il Gazzettino da oggi al prezzo di 7,90 euro più il quotidiano.


LA COLLANA

Si tratta del primo di quattro volumi dedicati agli avvenimenti bellici che hanno coinvolto la Serenissima nel XVII secolo «Il Seicento è il secolo di ferro di Venezia», afferma Federico Moro, storico militare, «speso quasi per intero dalla Repubblica combattendo per conservare il rango di potenza marittima: rappresenta, in particolare con la guerra di Candia lo sforzo estremo della Serenissima, in cui valore personale e determinazione collettiva si accompagnarono a qualche errore di troppo e a una singolare dose di sfortuna. Tutto andò sempre male quando poteva. Resta indelebile, però, il coraggio fuori del comune espresso allora dai veneziani, capaci di sacrificare ogni loro bene e la stessa vita pur di combattere battaglie da cui sapevano dipendere il futuro dell'intera collettività. La serie dei quattro libri si conclude con la spedizione di Angelo Emo contro Tunisi, l'ultimo tentativo di rinnovare i fasti navali del passato».


CANDIA O CRETA

Il 1645 è per Venezia l'inizio della lunga (24 anni) e dispendiosissima guerra di Candia. Ma se la grande isola mediterranea è il teatro principale dei combattimenti, gli ottomani aprono un secondo fronte in Dalmazia, dove le due potenze hanno un confine diretto. «Lo scoppio della guerra di Candia», esordisce il libro di Moro, «sorprende i veneziani in Dalmazia in una situazione difficile: hanno pochi uomini in fortezze inadeguate, sparpagliate in forma discontinua, con scarsa artiglieria e un pugno di unità navali a collegare le basi aggrappate alla costa. Gli ottomani, al contrario, dispongono di ingenti risorse umane con la possibilità di spostarle per vie interne, concentrandole dove serve. L'esito sembra scontato. Con il nemico alle porte di Zara, Sebenico e Spalato, Venezia invia in Dalmazia un nuovo provveditore generale. Si chiama Leonardo Foscolo, continua a disporre di mezzi insufficienti, ma crea un'armata e inventa una nuova strategia: uso combinato di forze navali e terrestri per attaccare in profondità il nemico.


LA DALMAZIA

Salva la Dalmazia, ampliandola di molto, e ha l'intuizione che potrebbe far vincere la guerra alla Serenissima. Siamo di fronte al maggiore talento militare di terra mai espresso dal patriziato lagunare, un vero peccato non gli siano stati concessi mezzi all'altezza delle sue capacità». La Dalmazia veneziana si amplia all'indomani della pace di Carlowitz (1699) con la linea Grimani, detta Acquisto nuovo, e poi con la pace di Passarowitz (1718), e la linea Mocenigo, detta Acquisto novissimo. Con queste due paci l'oltre Adriatico marciano assume l'aspetto definitivo che durerà fino alla caduta della Serenissima, nel 1797, e il conseguente passaggio dei territori dalmati e istriani in mano asburgica.
 

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