Venezia. Caos in aeroporto, i passeggeri del volo Ryanair da Dublino "prigionieri" nel bussolotto di alluminio per un'ora e mezza. Niente bus

Mercoledì 9 Agosto 2023 di Elisio Trevisan
Caos in aeroporto, i passeggeri del volo Ryanair da Dublino "prigionieri" nel bussolotto di alluminio per un'ora e mezza. Niente bus

VENEZIA - Per andare e tornare da Dublino con Ryanair ci vogliono tra le 2 ore e 40 (andata) e 3 ore (ritorno). Ma l’altra sera i viaggiatori del volo FR0831 ce ne hanno messe 4 e mezza. Tre ore trascorse in aria e un’ora e mezza a terra, chiusi dentro al bussolotto dell’aeroplano senza poter fare nulla se non portare pazienza.

Uno dei passeggeri racconta che il jet ha toccato terra all’intercontinentale Marco Polo alle 22:21, e ha parcheggiato nel piazzale dello scalo alle 22:26. Da quel momento è iniziata l’attesa del bus che porta la gente all’aerostazione, a differenza dei voli di linea che sono serviti dai finger, i tunnel mobili che collegano direttamente l’aereo con l’aerostazione. Dopo i primi minuti “normali” fermi ad aspettare che arrivasse il mezzo, uno steward ha comunicato che, a causa dei molti aerei arrivati quasi contemporaneamente, c’era da attendere qualche minuto in più. Per i più fortunati quel “qualche minuto” li ha fatti scendere alle 22:48 quando sono stati aperti i portelloni e un terzo dei viaggiatori è potuto salire su un bus. I fortunati a metà, ossia un altro terzo di passeggeri, ha visto il bus alle 23:04, cioè 40 minuti dopo. Quelli decisamente sfortunati hanno atteso il mezzo che li doveva portare in aerostazione fino alle 23:12, tre quarti d’ora. 

DOPPIA PERDITA DI TEMPO

A quel punto, però, l’avventura non era ancora finita perché chi aveva avuto la malsana idea di caricare un bagaglio in stiva invece di portarselo appresso in cabina, ha dovuto aspettare fino alle 23:48 quando la prima valigia è stata messa sul nastro trasportatore. «Non è la prima volta che accade, anche d’inverno che non si dica che hanno personale in ferie, e comunque è un’aggravante perché il movimento turistico è maggiore d’estate ed è qui che devi essere più presente nei servizi. - commenta il passeggero del volo FR0831 - D’inverno, comunque, è capitato che, tra attesa dei bus e dei bagagli, mi ci sono voluti tre quarti d’ora, ma un’ora e mezza mai. Gli italiani di ritorno in aereo con me erano sconcertati, i turisti in arrivo allibiti. Magari prima di pensare a nuovi gate, sviluppo e ampliamenti per avere più aerei e dunque passeggeri, al Marco Polo dovrebbero pensare ad avere il personale per assicurare un servizio adeguato a quel che hanno ora». Save, il gestore dello scalo veneziano e del sistema aeroportuale Triveneto, non ha commentato l’accaduto. I Sindacati, invece, confermano che è proprio a causa della ormai cronica carenza di personale che l’altra sera la gente ha aspettato così tanto chiusa in aereo, e aggiungono che purtroppo non è affatto un caso isolato e fa il pari con le lunghe code che spesso si formano per passare i varchi di sicurezza. «È un problema di risorse, personale e mezzi che mancano agli handler e all’azienda della sicurezza. E il fallimento della concertazione tra sindacati e aziende, senza il controllo di qualità e servizi da parte di chi è preposto, cioè Save ed Enac, porta a questi risultati. - afferma Ivano Traverso, segretario Fit Cisl - Con il “volemose bene” tutto viene tollerato in virtù dello speriamo che finisca presto questa stagione estiva: tutti gli operatori sopportano i ritardi e la mancanza di qualità, quel che conta è che comunque, bene o più spesso male, venga fatto il servizio.

Purtroppo anche al Marco Polo ormai funziona il sistema mordi e fuggi, che può esserci in piazza San Marco ma non in un aeroporto dove contano il servizio al passeggero e la qualità, visto che paga, anche se poco, che poi quel poco non è così poco dato che, ai prezzi specchietto delle compagnie low cost, bisogna sempre aggiungere i costi del posto a sedere, del bagaglio, della priority e via di seguito». Il prossimo 29 settembre si terrà un nuovo sciopero nazionale di 24 ore proclamato dai sindacati confederali per «denunciare nuovamente l’ormai cronica disaffezione dei lavoratori del trasporto aereo che aspettano il rinnovo contrattuale da ben 7 anni. Non è un caso se il mondo dei trasporti, pubblico locale e aereo, e quello dell’igiene ambientale, nei quali la libertà di sciopero è limitata dalla regolamentazione, sono i tre settori più sottopagati, dai quali le persone si licenziano e se ne vanno a lavorare altrove».

Ultimo aggiornamento: 17:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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