VENEZIA - Trentasei milioni di euro Venezia li incasserà nel 2023 dalla tassa di soggiorno dei suoi turisti tornati - anche nei pernottamenti - ai livelli del 2019, quando il Covid era solo il protagonista di un copione da fantascienza. Sempre in riferimento allo stesso anno, verranno messi a bilancio anche i quasi 12 milioni di euro incamerati dai bus turistici che hanno attraversato (o attraverseranno, fino al 31 dicembre) la Ztl istituita sul ponte della Libertà. E qui - rispetto al passato - il numero è in calo: una decina di anni fa l’incasso medio era di 20 milioni.
IL CONTO
L’1,5 milione di euro stimato è un calcolo a spanne: la media matematica (ereditata dai turisti giornalieri di questo 2023) è di 10mila accessi al giorno da fuori Veneto, moltiplicati per 5 euro a testa, a loro volta moltiplicati per i 30 giorni in cui sarà in vigore la tassa. «È un provvedimento che non serve a fare cassa ma a disincentivare la visita a Venezia nei giorni più caldi - spiega Michele Zuin, assessore al Bilancio di Ca’ Farsetti - La quota incassata nel 2024 servirà a pagare i costi, che saranno superiori agli incassi. Quella del 2024 sarà una sperimentazione che ci dirà poi come agire nel 2025, quando il contributo entrerà a regime» e quando si saprà quanti e quali saranno i giorni in cui prenotare e pagare (ma solo per chi arriva da fuori Veneto in gita giornaliera) il viaggio a Venezia. Tra due anni, infatti, saranno di più di 30 i giorni da bollino ed è immaginabile che anche la flat tax da 5 euro verrà sostituita da gabelle comprese tra i 3 e 10 euro in base alla giornata, più o meno ad alto impatto turistico. Da valutare anche la soglia massima oltre la quale «magari introdurre il massimo della quota da pagare - continua Zuin - Certo è che non ci sarà un numero oltre il quale vietare gli accessi, la città rimarrà aperta. La soglia? La valuteremo dopo la sperimentazione, che serve anche a questo».
PAGANO I BUS
All’alba del contributo d’accesso i bus turistici erano esclusi dal pagamento dell’obolo, che invece adesso dovranno versare. Così per chi arriva in città su gomma e in comitiva, il biglietto verrà gonfiato dal ticket della Ztl e, ora, anche dal contributo d’accesso: «Lo abbiamo fatto per evitare di creare un vulnus nel contributo - precisa Zuin - Se non avessimo inserito i bus, ci saremmo trovati magari i treni vuoti e i pullman in coda sul ponte della Libertà perché tanto a loro non veniva chiesto il pagamento. Così possiamo invece avere il quadro completo di chi arriva».
IL POP-UP
I 30 giorni di sperimentazione verranno racchiusi nell’arco di tempo tra il 21 marzo e il 31 agosto («il resto ci servirà per limare il regolamento», dice Zuin) mentre è in via di regolamentazione la convenzione con le ferrovie: chi comprerà un biglietto attraverso l’app e il sito di Trenitalia o alle macchinette nelle stazioni, vedrà visualizzarsi sullo schermo un pop-up che ricorderà all’acquirente di mettersi in regola con il contributo d’accesso a Venezia. Nelle stazioni ci saranno anche dei cartelloni a ricordare la tassa per chi arriva in laguna. «Sembra una rivoluzione ma noi ogni giorno ci prenotiamo tutto, dal cinema alle visite, attraverso la tecnologia - conclude Zuin - Le persone non si rendono conto ma sono già avanti, il contributo d’accesso è una cosa in più ma che nella forma si fa già. I detrattori di adesso sono gli stessi che poi si lamentano che non viene fatto nulla per il turismo incontrollato. E invece noi ci proviamo».
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