Superbonus, il 90 per cento dei condomini è fuori legge e non potrà usufruirne

Lunedì 12 Luglio 2021 di Maurizio Dianese
Una veduta di Mestre dall'alto
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VENEZIA - Il 90 per cento dei condomini di Mestre è fuori legge e non potrà accedere al superbonus del 110 per cento.

E non è un caso, dunque, se finora solo due palazzi in tutta Mestre sono riusciti a partire con i lavori. Tutti gli altri, infatti, hanno abusi più o meno piccoli ancora da sanare. E c’è addirittura un intero condominio che ha scoperto di essere stato costruito senza licenza edilizia ed è dunque totalmente abusivo. Il che significa che dovrebbe essere abbattuto. Chiaro che non succederà, ma questa faccenda del 110 per cento racconta nel modo più preciso possibile come è stata costruita Mestre. Adesso il “sacco della città” diventa un ostacolo insormontabile da superare visto che negli anni ‘60 i costruttori non si sono accontentati di abbattere alberi e di occupare tutti gli spazi possibili e immaginabili, ma non si sono nemmeno degnati di rispettare i progetti che consegnavano in Comune.

DOCCIA FREDDA
E così adesso si scopre che in Comune è presentato un progetto per una palazzina di 4 piani e al catasto ne risulta una di 6. E chi abita lì, se nel corso del tempo non ha provveduto ad approfittare di uno dei mille condoni che ci sono stati in questo Paese, adesso rischia di trovarsi in guai seri. Il polso della situazione lo da il presidente dell’Anaci, Angelo Rizzi, alle prese come tutti gli amministratori di condominio con le mille pratiche necessarie per accedere al bonus del 110%. «Ci sono tante grandi e piccole difformità tra i progetti presentati e approvati dal Comune e quelli che sono stati poi consegnati al Catasto. Vuol dire che chi costruiva faceva un po’ quello che gli pareva e poi credeva di essere in regola perchè al Catasto presentava quello che era stato realizzato. Ma così il progetto originario, che fa testo, è difforme dalla realtà, e la tolleranza, per ottenere il bonus 110 per cento, è solo del 2 per cento. Ce n’è un po’ di più per il bonus facciate, ma allora non si possono fare cappotti agli edifici e bisogna limitarsi a stucco e pittura. Ma se si vogliono fare interventi risanativi strutturali, allora quelli non si possono fare».


I CONTROLLI

Significa dunque che il 9 costruzioni di Mestre su 10 non potranno ottenere alcun aiuto dallo Stato. «E metto in guardia anche i condomini che magari spingono sull’amministratore per forzarlo a fare comunque i lavori, dando per scontato che i controlli non ci saranno. Occhio, i controlli oggi sono molto più facili di una volta - riprende Rizzi -. Certo, mi vien da dire che il Governo avrebbe potuto mettere una clausola del tipo “fai i lavori e poi hai tempo un tot di anni per pagare e condonare”: in questo modo si sarebbe dato il via ai lavori senza perdere un anno e mezzo tra leggi e leggine, norme di attuazione e decreti interpretativi che semplicemente ci fanno diventare matti. Con il rischio concreto di non riuscire a fare i lavori nemmeno in quel 10 per cento di casi in regola».
Del resto è anche vero che il Governo, per mettere mano al portafogli, due parametri li doveva pure mettere, e cioè che gli abusi fossero stati sanati e che i condomini fossero in regola con tutti i pagamenti di Imu e tasse varie. Solo che a Mestre («ma a Padova o a Treviso va solo un pochino meglio», avverte Rizzi) queste semplici regole non si possono applicare visto che ci sono migliaia di case costruite secondo il criterio del “più o meno”, a spannoni.
 

LO STUDIO

La Fondazione Gianni Pellicani un paio di anni fa aveva commissionato una ricerca che aveva portato a questo risultato: nell’area metropolitana di Venezia, Padova e Treviso c’erano – ci sono - 110mila case abitate che dovrebbero essere “rottamate”. Vuol dire che nel territorio della Patreve le case costruite tra il 1946 e il 2001 – ma soprattutto negli anni ‘60 – e ridotte in condizioni indecenti sono 110mila, di cui 42mila solo nel veneziano. Si tratta di case inefficienti dal punto di vista energetico, che hanno bisogno di interventi seri, come quelli previsti per l’appunto dal Superbonus. Che, però ,alla prova dei fatti «si è dimostrato uno strumento normativo - spiega Angelo Rizzi -, talmente difficile da applicare che il rischio è che non venga utilizzato per sistemare queste situazioni che avrebbero più bisogno di essere sanate». Il problema è che ci si trova di fronte ad un paio di casi clamorosi – il condominio costruito del tutto abusivamente, infatti, va a braccetto con quello che è stato traslato di parecchi metri e girato di 180 gradi rispetto al progetto – e ad una miriade di piccoli casi che, però, hanno difformità superiori al 2 per cento. Del resto quanti appartamenti sono stati ricavati a Mestre da magazzini e soffitte, quanti condomini hanno sopraelevato almeno di mezzo piano, quanti hanno spostato la caldaia facendo finta di nulla, quanti si sono inventati finestre e porte che non esistevano? Mestre è stata costruita così, male, c’è poco da fare e purtroppo, a quanto si vede in giro, non è nemmeno finita.

Ultimo aggiornamento: 07:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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