VENEZIA - Gli studenti veneziani di Udu e rete Venezia non hanno pace in questi giorni.
Frasi fasciste, omofobia e minacce di morte. La notte prima del presidio, lanciato per oggi pomeriggio alle 15.00, i muri della sede di Campo Saffa sono stati imbrattati. Lo spazio, che per molti ormai è considerata una casa, è stato vandalizzato per l'ennesima volta e la maniglia della porta è stata divelta per impedire l'accesso.
Rabbia a sconforto
"La rabbia che proviamo dopo questi attacchi è tanta e difficile da esprimere" spiega Angelica Morresi, coordinatrice dell'udu Venezia "sono provata per questi continui attacchi e preoccupata per l'incolumità delle decine di studenti che frequentano il nostro spazio, ma non intendiamo demordere e piegarci. La solidarietà che abbiamo ricevuto dalle realtà sociali veneziane, dai partiti e dalle singole persone ci dà forza e non ci fa sentire soli. La nostra risposta può essere data solo con le piazze e con l'aggregazione, dimostrando a questo manipolo di vigliacchi che sono soli e fanno bene ad agire nell'ombra".
"Ciò che ci rammarica di più è il silenzio delle istituzioni locali. Non un messaggio di solidarietà dall'amministrazione comunale e nemmeno dalle governance degli atenei IUAV e Ca' Foscari" continua Morresi "non è soltanto una questione ideologica. È una questione di sicurezza per tutta la città e i cittadini e sono attacchi che tentano di minare la libertà di espressione e la pluralità culturale che dovrebbe contraddistinguere una città universitaria come Venezia".
Il presidio
Gli studenti dell'udu e della Rete, in questi giorni, hanno sporto denuncia per quanto accaduto: "Abbiamo depositato una serie di denunce per gli atti intimidatori che abbiamo subito per tre giorni consecutivi. Chiediamo alle istituzioni competenti di attivarsi a nostra tutela e a quella delle centinaia di famiglie e cittadinɜ che insieme a noi vivono lì".
Gli studenti si ritroveranno questo pomeriggio alle 15.00 in Campo Saffa al presidio lanciato pochi giorni fa in risposta ai primi due attacchi.