VENEZIA - «Abbiamo deciso di provare un ristorante bellino in centro a Venezia, un locale di caratura medio-alta. E questa è stata una nostra scelta. Ma quando sono arrivati due piatti di ‘risi e bisi’ da 48 euro l’uno così piccoli da sembrare un assaggino siamo rimasti basiti. Per non parlare della porzione di pasta al pomodoro da 30 euro. Un mio amico corpulento alla fine aveva talmente fame che è andato a mangiare al McDonald’s». E’ un fiume in piena il sindaco di Taormina Cateno De Luca che, raggiunto al telefono dal Gazzettino, ha raccontato l’odissea dello “scontrino pazzo” da 309 euro dopo una cena in un ristorante della città d’acqua. Il caso è diventato di portata nazionale quando il primo cittadino siciliano ha pubblicato l’esoso conto sul suo profilo Instagram con tanto di frecciatina finale: «E poi dicono che Taormina è cara».
IL RACCONTO
De Luca stava trascorrendo una breve vacanza a Venezia con la moglie Giusy Gregorio e due amici.
BRAND VENEZIA
«Al momento di pagare non abbiamo fatto una piega, nessuna storia con il ristoratore. La mia è una riflessione più generale su un brand importante come Venezia. Capisco che la città d’acqua abbia una logistica più complicata e di conseguenza costi maggiori. Ma ci sono proporzioni da mantenere. E in termini di quantità di cibo offerto rispetto a Taormina siamo lontani anni luce. La qualità dei piatti era buona, ma il nostro amico poi ha dovuto finire di cenare al McDonald’s. Il mio ragionamento sarà poco elegante, ma io se vado a mangiare fuori mi aspetto di ricevere una bella porzione, si paga per la soddisfazione».
IL POST
E’ dell’altro ieri il post di De Luca sul suo account Instagram, post che in poco tempo è diventato virale generando una valanga di commenti. Le parole testuali del sindaco erano queste: «Tutto era buonissimo... Tranne il conto. Eravamo in quattro... Di cui uno per risparmiare ha preso spaghetti al pomodoro ma non credeva che costassero 30 euro! E poi dicono che Taormina è cara».
Immediati i commenti indignati degli utenti: «Un piatto di risi e bisi a 48 euro? Un piatto di pasta e patate con provola a Napoli quanto dovrebbe costare 80 euro?». E ancora: «Non trovo corretto giustificare un prezzo assurdo solo perché sei a Venezia. Fantastica città senza dubbio, ma una pasta al pomodoro forse è pari a un euro di spesa e non puoi farla pagare 30 euro. Non parliamo di lusso o piatti dagli ingredienti ricercati. Non condivido!».
E c’è anche chi vorrebbe che il sindaco facesse il nome dell’esoso ristorante: «Se chi pubblica gli scontrini sui social iniziasse anche a tirare fuori i nomi dei locali da cui provengono magari altri clienti ignari non ci andrebbero più».
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