Movida rumorosa a Venezia, protestano i residenti esclusi dall'ordinanza sugli orari

Domenica 30 Luglio 2023 di Valeria Turolla
Movida rumorosa a Venezia, protestano i residenti esclusi dall'ordinanza sugli orari

VENEZIA - Arriva l'ordinanza che regola la "movida" delle notti veneziane, ma per i cittadini residenti nelle vicinanze di bar e locali non è abbastanza e si riuniscono in un comitato per far arrivare la loro protesta nelle stanze del Comune. «Siamo un gruppo di cittadini residenti in diverse zone del centro storico e abbiamo deciso di costituirci in comitato perché danneggiati dalla presenza di locali aperti fino a tardi nei pressi delle nostre abitazioni - spiega Martina Zennaro, portavoce del nuovo comitato "Danni da movida" - Stiamo raccogliendo adesioni da cittadini di tutte la città perché non condividiamo i contenuti dell'ordinanza che regola l'attività notturne dei locali».


LE NUOVE REGOLE
L'ordinanza, che resterà in vigore fino al 27 agosto, nata proprio per venire incontro al benessere dei cittadini, cercando di silenziare il divertimento e permettere così di trascorrere notti tranquille, stabilisce le nuove regole per le attività: tra le novità, l'obbligo di abbassare le saracinesche alle 23 per i take away come pizzerie al taglio e kebab, ad esclusione delle gelaterie; l'obbligo di terminare ogni evento musicale nei plateatici entro le 23 e di vigilare sul tono di voce degli avventori all'esterno dei locali, mentre la musica può continuare all'interno.

A queste disposizioni, però, devono attenersi tutte le attività che insistono solo in alcune zone del centro storico, mentre non riguardano i locali che si trovano in altre aree.


ZONE "CALDE"
Le zone interessate sono esclusivamente quelle di Santa Margherita, San Barnaba e San Pantalon, la zona di campo Bella Vienna, San Giacometto e della Pescaria a Rialto e tutta la fondamenta che dalla Misericordia arriva fino al ponte De le Capuzine a San Girolamo. «Queste zone però non sono le uniche dove la sera per i residenti la situazione diventa insopportabile - continua la portavoce del comitato - In molti altri punti della città la presenza di locali aperti fino a tardi generano disturbo e danni alla normale esistenza dei cittadini. Usiamo la parola danni non casualmente, dato che stiamo valutando la possibilità, alla luce della recente sentenza della Cassazione, di seguire anche noi la via legale per ottenere quella giustizia che ci viene negata per via amministrativa».
Per il comitato, infatti, quanto stabilito dalla nuova ordinanza non risolverebbe il problema del disturbo della quiete dei residenti, anzi implicitamente legittimerebbe il perdurare di rumori almeno fino alla chiusura dei locali fissata entro le 2 di notte: «Siamo insoddisfatti, se non addirittura delusi dalla decisione del Comune, innanzitutto per i limiti fissati dall'ordinanza che accolgono in sostanza le richieste delle attività penalizzando la vita delle persone: chiudere alle 2 significa che fino a quell'ora il vociare e le risate, così come i rumori dovuti al riordino di tavoli e sedie in vista della chiusura, sono tollerati, per non parlare di quello delle saracinesche che si abbassano. Oltre a questo siamo delusi anche dagli scarsi controlli effettuati dalle autorità».


AREE ESCLUSE
Ma in particolare il nuovo comitato si oppone soprattutto all'applicazione di questa ordinanza solo per i locali di alcune aree: «Escludere da questo regolamento molte zone del centro storico è sicuramente un errore grave - conclude Zennaro - Io che abito nei pressi di un locale molto frequentato che non si trova in una delle aree interessate dalle nuove norme, vivo personalmente questo disagio da oltre 13 anni e come me ci sono molti altri cittadini esasperati da notti insonni. Il Comitato nasce proprio con la volontà di rappresentare tutti noi e far arrivare il nostro appello agli assessori competenti, anche riunendo le altre associazioni di cittadini che da anni protestano in questo senso. Se sarà necessario, ci impegneremo a raccogliere le firme di tutti quanti vivono lo stesso disagio». Per queste ragioni hanno inviato una lettera agli assessori Costalonga e Pesce per ottenere un incontro ufficiale.

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