Venezia. «Il superbonus per scongiurare il rischio rincari in casa di riposo»

Martedì 5 Dicembre 2023 di Vittorino Compagno
Venezia. «Il superbonus per scongiurare il rischio rincari in casa di riposo»

VENEZIA - Le Rsa (alcune, almeno) hanno strumenti legislativi per assorbire l'aumento dei costi e di conseguenza cercare di evitare i rincari delle rette previsti per il 2024.

Lo dice Enrico Zanetti, dottore commercialista, autore del volume "Il superbonus e gli altri bonus edilizi" edito da Eutekne e giunto alla terza edizione, consulente di molti dei principali general contractor nazionali.

Il caso

Zanetti, per i degenti delle Rsa si profila un 2024 da incubo con rincari anche significativi delle rette a causa dell'esplosione dei costi, a cominciare dal consolidamento dei maggiori costi di energia e gas.
«La situazione per chi gestisce queste strutture non è semplice e quando i costi esplodono non ci sono moltissime altre strade per riequilibrare i conti che agire sulle entrate. Vale anche per chi non persegue logiche di profitto, ma punta semplicemente al pareggio di bilancio per garantire continuità alla struttura. Tuttavia, il 2024 e il 2025 sono due anni di opportunità a dir poco irripetibili per le Rsa senza scopo di lucro che possono beneficiare del superbonus 110% con sconto in fattura per rifare integralmente le proprie strutture dal punto di vista energetico e della sicurezza antisismica, garantendosi per numerosi anni avvenire risparmi sino al 40% dei costi dell'energia che potrebbero azzerare, o comunque ridurre drasticamente, le esigenze di agire sugli aumenti delle rette».
Questa giunge nuova per un non addetto ai lavori. Il superbonus 110% con sconto in fattura non è ormai stato bloccato dall'attuale Governo sui nuovi interventi per l'insostenibilità del suo impatto sui conti pubblici e adesso, con la fine del 2023, sembrerebbe destinato anche per gli interventi già in corso, nonostante le numerose richieste di proroga?

«Il superbonus 110% con sconto in fattura sta uscendo di scena per gli interventi sui condomini e sulle villette, ma per il 2024 e il 2025 rimane in vigore praticamente solo per gli interventi sulle Rsa gestite da Onlus i cui componenti del Consiglio di Amministrazione non percepiscono compensi, perché non previsti o perché vi rinunciano. Per chi può rientrare nell'ambito di applicazione di questa disciplina, è un'occasione imperdibile che è difficile immaginare possa ripresentarsi in seguito. Fino a quando è stato possibile fare superbonus su villette e condomini, tutte le imprese e i general contractor edili erano concentrati su questi interventi, ma ora è arrivato il momento di queste realtà, anche se i più avveduti si stanno già muovendo da qualche mese».
Quindi non tutte le Rsa, ma solo quelle con determinate caratteristiche possono ambire a rifare impianti e strutture senza oneri grazie al 110% e senza nemmeno anticipazioni finanziarie grazie allo sconto sul corrispettivo?
«Esatto, ma la platea potenziale è molto, molto ampia e l'ammontare dei lavori agevolati al 110% può essere anche elevatissimo. Come detto, le Rsa devono essere gestite da enti che prima della riforma del Terzo Settore si qualificavano come ONlus, i cui componenti del Consiglio di Amministrazione non percepiscono compensi, perché non previsti o perché vi rinunciano apposta per poter beneficiare del superbonus 110% con sconto sul corrispettivo. Gli immobili oggetto degli interventi devono essere classificati catastalmente in una delle categorie B/1, B/2 o D/4 e devono essere posseduti in proprietà, nuda proprietà o usufrutto, oppure essere condotti in comodato gratuito che deve però essere stato registrato prima dell'1 giugno 2021. Una struttura che si rivede in questo primo inquadramento di massima e che però non ha ancora approfondito la sua possibilità di cogliere questa irripetibile occasione, farebbe bene a muoversi».

Forse c'è chi vi rientra e ancora non lo sapeva, ma forse c'è chi semplicemente non si fida del superbonus 110% e dello sconto in fattura dopo aver letto di tante truffe o anche soltanto di lavori che si sono fermati a metà perché l'impresa che prometteva lo sconto in fattura non trovava poi chi le monetizzava il credito d'imposta.
«La diffidenza in questo ambito è segno di intelligenza, ma non deve portare a rinunciare a occasioni più uniche che rare per evitare cose spiacevoli tipo significativi aumenti di rette per i prossimi vent'anni, bensì a fare le cose per bene affidandosi a chi lavora bene. Posso dire per esperienza diretta che ci sono imprese, anche nel nostro Veneto, che hanno fatto decine di milioni di euro, anche centinaia, di lavori con superbonus e sconto in fattura senza farsi e fare del male, ma anzi facendosi e facendo tanto bene. Se una RSA si rivolgesse ad apprendisti stregoni farebbe meglio a stare ferma, ma se cercasse o venisse trovata da una impresa che in questi ultimi tre anni ha lavorato tanto e bene con il superbonus, troverebbe probabilmente un bel pezzo della soluzione che sta cercando ai suoi problemi».

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