Personal trainer con partita Iva: «Pago le tasse però per me niente ristori»

Giovedì 5 Novembre 2020 di Nicola Munaro
Personal trainer con partita Iva: «Pago le tasse però per me niente ristori»

VENEZIA Alla fine - a sentire i partecipanti - è stato un ottimo punto di partenza.

Ore di riunioni (alla mattina con le categorie, al pomeriggio con i gruppi consiliari) che hanno aperto uno squarcio istituzionale su un problema che c'è: il virus ha ucciso il tessuto economico di Venezia e Mestre. Un virus mortale che ha spinto i caffè di Piazza San Marco a chiudere: da lunedì infatti serrande abbassate anche al Florian e al Quadri. Così il neo assessore comunale al Commercio, Sebastiano Costalonga, ha deciso di chiamare in adunata le categorie economiche e i gruppi consiliari di Ca' Farsetti per prendere assieme la direzione giusta. Quella di ieri - in una giornata segnata dalla lunga attesa per capire il destino del Veneto tra Dpcm e zone, alla fine inserito in area gialla, l'ex verde - è stata solo la prima di una lunga serie.


LE CATEGORIE

«L'incontro - esordisce Gianni De Checchi, segretario di Confartigianato Venezia - ha inaugurato una stagione nuova che mancava da cinque anni perché l'assessore ha reagito in tempi rapidi alla nostra proposta di costituire un tavolo per parlare in questa fase di assoluta emergenza, chiamando i soggetti realmente rappresentativi. Nella città Metropolitana le imprese della ristorazione sono complessivamente 3300: quelle che avranno diritto al sussidio unicamente 559, quelle escluse circa 2700 e appartengono quasi tutte alla filiera dell'artigianato. A Venezia centro storico sono circa 140 le escluse, trasporto compreso».


Soddisfatto anche Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti: «È stato messo assieme un confronto tra le associazioni di categoria - commenta - L'obiettivo è affrontare una situazione emergenziale da una parte per capire cosa fare e dall'altra dando il via a un tavolo che lavori sui temi principali della città, considerando le sue diversità. Azioni mirate tanto nel centro storico di Venezia, dov'è emersa l'idea di puntare su un turismo minore numericamente ma di maggior qualità comunicando anche una nuova immagine della città e confermare la centralità del porto quale cardine del sostentamento di tutti i settori commerciali e produttivi della città, quanto per la terraferma scommettendo sul rilancio della città dando concretezza e attuazione in forma vigorosa ai distretti di commercio che si sono realizzati».


«La diminuzione delle presenze turistiche si ripercuote duramente sull'economia circolare anche per il nostro settore agricolo - afferma il presidente di Coldiretti, Andrea Colla - in particolare per i comparti collegati all'Horeca, dall'ortofrutta al vitivinicolo, allo zootecnico senza tralasciare il settore agrituristico che paga lo scotto delle limitazioni; tuttavia questa situazione non ci deve impedire di pensare a un futuro più organizzato per far fruttare al meglio il territorio. È necessario far percepire al turista un concetto di qualità che sottende i processi produttivi e i servizi. Quando si potranno organizzare - chiude - bisognerà pensarli come espressione del territorio metropolitano». «Ringraziamo l'assessore, è un inizio importante», la dichiarazione di Ernesto Pancin, direttore Aepe.


IL COMUNE

«Oggi abbiamo inaugurato un nuovo percorso di lavoro tra Comune, parti produttive e parti sociali. Nell'immediato faremo il possibile per supportare i nostri cittadini e le imprese, ma useremo questi tavoli di lavoro sopratutto per costruire un rilancio solido per la città più bella del mondo», il commento dell'assessore Costalonga. «Come Pd - la risposta della capogruppo Monica Sambo - siamo disponibili a fare la nostra parte a tutti i livelli, a partire da questo tavolo e dagli altri livelli istituzionali».

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