"Beffa" alla città metropolitana
La Regione si riprende l'Urbanistica

Venerdì 18 Novembre 2016 di Elisio Trevisan
Il sindaco Brugnaro e Luca Zaia
VENEZIA - La Regione si è ripresa le competenze urbanistiche e le ha tolte alla Città Metropolitana. Questa volta lo ha fatto intervenendo nel collegato alla legge di Bilancio, il progetto di legge 194. Un'iniziativa che azzoppa la nuova Istituzione nata non semplicemente per sostituire la Provincia ma, nelle intenzioni del ministro Delrio che ha creato le Città metropolitane, per avere un ruolo strategico soprattutto nel governo del territorio.

Non a caso il sindaco metropolitano, Luigi Brugnaro, ha inviato una lettera a mezzo mondo, dal governatore Luca Zaia ai consiglieri regionali e della Città Metropolitana, fino alle categorie economiche. Accompagnata da un parere del dirigente dell'Avvocatura Giuseppe Chiaia, la missiva sostiene che l'iniziativa è in contrasto con la legge istitutiva delle Città Metropolitane e chiede che le competenze urbanistiche non vengano toccate.

Fino ad oggi ognuno dei 44 comuni della ex Provincia è andato per conto suo, ad esempio facendo nascere la  propria piccola area industriale o gestendo in modo autonomo i trasporti e lo sviluppo edilizio. Così spesso si sono create funzioni doppie, triple, con spreco di denaro pubblico, perdite di tempo e aggravamenti burocratici enormi, e sono state rovinate vaste aree agricole o verdi con centinaia di capannoni di cemento molti dei quali rimasti vuoti.
Togliere alla Città Metropolitana le competenze urbanistiche significa accentrare in Regione il potere di approvare gli strumenti urbanistici generali e le loro varianti, annullare i provvedimenti comunali e esercitare i poteri sostitutivi. In buona sostanza la Città Metropolitana non potrà più organizzare il territorio come fosse, appunto, una grande città e le autonomie locali torneranno a farla da padrone, con conseguenze pesanti, ad esempio, anche sugli interventi contro l'inquinamento atmosferico da traffico.

Già lo scorso maggio la Regione Veneto, nel progetto di legge 144 sul riordino delle funzioni delle Provincie e delle Città Metropolitane, aveva inserito l'articolo 17 che prevedeva di riprendersi le deleghe urbanistiche avocando a sè, una volta approvata la norma, anche tutti gli strumenti urbanistici giacenti presso le Province e la Città metropolitana di Venezia come i Pat, i Piani di assetto del territorio, e le loro varianti. In seguito alle proteste la Regione affermò che quelle funzioni sarebbero state successivamente riassegnate agli enti di area vasta.
E invece ora è tornata sui suoi passi «per di più con un esercizio straordinario di sdoppiamento della personalità - commenta Gabriele Scaramuzza, consigliere regionale del Pd -: da una parte la giunta del presidente Zaia si arrabbia per la ricollocazione di alcune funzioni regionali in capo allo Stato, e dall'altra adotta la stessa linea di condotta che rimprovera ad altri, limitando le autonomie locali e lo stesso principio di sussidiarietà».

I consiglieri della Città Metropolitana sono già in movimento e stanno contattando i colleghi della Regione e dei rispettivi partiti per affrontare il problema e cercare una soluzione. «Dobbiamo fornire gli strumenti affinché la Città metropolitana possa finalmente funzionare appieno - affermano i consiglieri regionali del Pd Francesca Zottis e Bruno Pigozzo -. È inutile contestare il centralismo romano se poi il Veneto fa la stessa co
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