Positivo al Covid il giorno del vaccino: Marco muore a 57 anni dopo un mese d'inferno. La famiglia: «Vogliamo l'autopsia»

Domenica 26 Settembre 2021 di Giuseppe Babbo
Carlo Saretta ucciso dal Covid a 57 anni
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VENEZIA - Dolore, incredulità e tante domande alle quali ora è chiesta una risposta. Sono i sentimenti che nelle ultime ore stanno caratterizzando gli animi dei famigliari e amici di Carlo Saretta, 57 anni, elettricista di Carpenedo, spirato giovedì 23 settembre nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Dolo, dove era stato ricoverato dallo scorso 6 settembre, dopo essere risultato positivo al Covid-19.
Un lutto tremendo, che ha creato un grande dolore tra Mestre e il litorale, in particolare a Cavallino-Treporti dove l’uomo era molto conosciuto e stimato. Sposato con Monica, una figlia, ora la famiglia chiede chiarezza su quanto accaduto e sulle cause della morte. 
PRIMI SINTOMI
«Carlo – racconta la moglie – ha iniziato a stare male lo scorso 28 agosto, lo stesso giorno della prima dose di vaccino Pfizer. La febbre gli è salita tra 39 e 40 gradi, più passavano le ore e più stava peggio». 
Per questo l’uomo ha fatto il tampone, al quale è risultato positivo. «Siamo sempre rimasti in contatto con il nostro medico di base – continua la donna – e visto che la situazione non migliorava il primo settembre, valutate le condizioni, Carlo è stato mandato in pronto soccorso dell’ospedale dell’Angelo tramite ambulanza chiamata dallo stesso medico di base, poi è stato rimandato a casa. Abbiamo nuovamente avvisato il nostro medico di base, che ci ha seguito costantemente». 
PREOCCUPAZIONE
Ed è in questo contesto che viene descritta anche la preoccupazione vissuta dallo stesso cinquantasettenne. «Carlo era molto preoccupato per quello che stava succedendo – continua il racconto della moglie – e aveva paura. Era anche stato candidato per la cura con i monoclonali. Lo scorso 4 settembre la situazione è peggiorata, abbiamo dovuto chiamare l’ambulanza. Mio marito è stato subito ricoverato nel reparto Covid all’ospedale dell’Angelo, ha iniziato fin da subito la terapia con l’ossigeno, prima non invasiva, poi con il casco e infine è stato intubato e trasferito in Terapia Intensiva a Dolo, dove è spirato giovedì scorso». Ora i famigliari chiedono che venga effettuata l’autopsia. Ad essere sottolineato è anche il fatto che l’uomo avesse ricevuto la prima dose di siero anticovid il giorno stesso dei primi sintomi: probabilmente il contagio era già in corso. «Inizialmente doveva riceverlo lo scorso giugno – dicono sempre i parenti – ma poi ci è stato consigliato un rinvio perché in quel periodo Carlo stava seguendo una cura cortisonica».

Da parte sua, l’Ulss 3 valuterà il percorso di presa in carico a partire degli esiti delle verifiche in corso. Sullo sfondo rimane l’immagine di un marito padre esemplare, attaccatissimo alla sua famiglia. «Era molto conosciuto per il suo lavoro – conclude la moglie Monica – ma anche per le sue passioni, in particolare per le moto e le bici». Ma la sua grande passione era per la famiglia, Carlo era un ottimo padre». 

Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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