Occuparano la casa dell'Ater ma lei era incinta: assolti

Mercoledì 9 Dicembre 2020 di Gianluca Amadori
Un'immagine d'archivio di una casa dell'Ater
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Hanno occupato una casa dell’Ater, ma lo hanno fatto mossi da “stato di necessità” in quanto erano stati sfrattati dal precedente alloggio e la donna era in attesa di un figlio. Una coppia di sposi di origine albanese, 31 lei e 45 lui, sono stati assolti dall’accusa di invasione arbitraria di edificio, come chiesto dal loro difensore, l’avvocato Antonio Alessandri. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Fabio Moretti, sulla base dell’articolo 530, terzo comma, del Codice di procedura penale, che prevede l’assoluzione nel caso in cui il fatto sia stato commesso in presenza di una causa di giustificazione o di non punibilità. La Procura si era battuta, invece, per la condanna di entrambi gli imputati a 6 mesi di reclusione. L’Ater si è costituita parte civile al processo rivendicando il risarcimento dei danni patiti a causa dell’occupazione abusiva e della conseguente impossibilità di assegnare l’abitazione a chi ne aveva diritto seguendo la graduatoria. Il legale dell’Ater, l’avvocatessa Silvia Barendi, ha sostenuto che lo “stato di necessità” non era applicabile alla vicenda in questione in quanto l’emergenza deve essere reale e deve configurare un pericolo imminente di grave danno alla persone, attuale e transitorio, e in questa categoria non rientra l’esigenza di reperire un alloggio per risolvere la propria situazione abitativa. Le motivazioni saranno depositate nei prossimi giorni, e dunque di potrà sapere con precisione si quale base il giudice ha deciso per l’assoluzione della coppia.
La vicenda finita sotto processo risale al settembre del 2015: ad accertare l’avvenuta occupazione abusiva di un appartamento Ater in Villaggio della libertà furono i carabinieri della stazione di Cavarzere. L’occupazione risaliva al mese di luglio, quando la famiglia di origini albanesi era stata sfrattata per morosità dal proprietario di un’altra abitazione e la coppia si era ritrovata improvvisamente per strada.

La moglie, imputata al processo assieme al marito, è madre di due figli che, all’epoca, avevano appena 2 e 4 anni, era all’ottavo mese di gravidanza: avrebbe dovuto partire dopo poco. «Da ciò è scaturita la necessita di occupare la casa e di dare un tetto ai propri figli», ha sostenuto il difensore della coppia, l’avvocato Alessandri, sottolineando che l’appartamento era disabitato e che tra i diritti garantiti dalla Costituzione vi è quello ad avere un alloggio.

Ultimo aggiornamento: 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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