Medici a 100 euro l'ora in pronto soccorso, Regione-sindacati

I camici bianchi già in servizio in quell'unità operativa o in altri reparti potranno svolgere turni aggiuntivi per tamponare l'emorragia di personale nel settore emergenza-urgenza

Giovedì 4 Agosto 2022 di Angela Pederiva
L'Azienda ospedaliera di Padova
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VENEZIA - Via libera in Veneto ai medici in Pronto soccorso a 100 euro (lordi) l'ora. Dopo la previsione della legge, ora c'è anche l'accordo tra la Regione e i sindacati: i camici bianchi già in servizio in quel tipo di unità operativa, ma pure in altri reparti, potranno svolgere turni aggiuntivi per tamponare l'emorragia di personale nel settore dell'Emergenza-urgenza, venendo pagati tanto quanto i liberi professionisti e gli specializzandi.

Resta da capire quanti saranno disponibili a fare gli straordinari in un ambito dove sono scoperti 229 posti della pianta organica, ma intanto l'intesa è stata raggiunta, così come sull'incremento dei fondi per gli stipendi.

La criticità

L'attività-extra potrà essere svolta dai dipendenti su base volontaria, aderendo agli avvisi per la manifestazione d'interesse che saranno pubblicati dalle aziende sanitarie e ospedaliere. Nella formazione degli elenchi verrà data priorità ai medici che lavorano già in Pronto soccorso, ma potranno candidarsi anche gli specialisti di altre discipline. Questo contingente straordinario sarà impiegato, precisa la Regione, «esclusivamente per ambulatori codici bianchi, attività di consulenza negli ambiti di competenza e altre attività similari», secondo le direttive impartite dai primari. La misura ha carattere temporaneo: al momento il termine è fissato al 31 dicembre, anche se potrà essere prorogato in caso di necessità. «La previsione regionale - osserva l'assessore Manuela Lanzarin - prende atto del contesto di grande criticità nel quale versano le unità operative di Pronto soccorso di tutto il territorio e mira a salvaguardare la continuità dei servizi e la qualità dei livelli assistenziali, puntando alla valorizzazione dei medici che già operano all'interno delle strutture sanitarie e limitando il ricorso alle esternalizzazioni».

Le cooperative

A questo proposito Palazzo Balbi ha dato indicazione alle aziende sanitarie e ospedaliere «di armonizzare le tariffe riconosciute agli operatori di mercato fornitori di servizi presso i Pronto soccorso», come ad esempio le cooperative: «A tal fine gli importi orari posti a base d'asta non dovranno essere superiori ai 100 euro, fatti salvi casi eccezionali collegati all'accertata impossibilità di acquisire i servizi per importi inferiori». I direttori generali dovranno inoltre dare conto nella relazione semestrale a consuntivo della graduale riduzione del ricorso alle esternalizzazioni. Soddisfazione viene espressa da Giovanni Leoni, segretario regionale del sindacato Cimo-Fesmed: «Un primo passo che migliora la situazione assurda per cui il lavoro del medico dipendente vale poco più della metà di quello di un libero professionista: da 35 a 60 euro lordi l'ora in orario normale, 60 euro lordi l'ora per prestazioni aggiuntive, la metà circa per le ore straordinarie notturne e festive, peraltro impossibili da recuperare. Si inizia dal Pronto soccorso, ma il problema è analogo per tutti i reparti e servizi collegati direttamente all'Emergenza-urgenza, il cui lavoro deve essere rivalutato viste le necessarie sinergie per la diagnosi e la terapia».

Le risorse

L'ok sindacale è arrivato pure sul riparto delle ulteriori risorse, pari a 15.415.000 euro, autorizzate dal ministero delle Finanze per aumentare gli stipendi dei medici. L'obiettivo è di riequilibrare la situazione di disparità fra le diverse realtà che si è sedimentata negli anni. L'azienda ospedaliera di Padova riceverà l'incremento maggiore in termini assoluti (2.746.000 euro), seguita dall'Ulss 6 Euganea (2.730.000) e dall'Ulss 2 Marca Trevigiana (2.727.000). È chiaro però che queste somme non sono ancora sufficienti a colmare il divario complessivo.

Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 12:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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