Influenza, la Regione Veneto cerca medici-sentinella. Il picco previsto per fine gennaio

Stanziati 550mila euro per il monitoraggio, reclutamento affidato alle singole Ulss

Mercoledì 3 Gennaio 2024 di Alda Vanzan
Influenza, la Regione Veneto cerca medici-sentinella. Il picco previsto per fine gennaio

VENEZIA - Nei giorni in cui il Veneto entra in zona rossa per “intensità alta” dell’influenza stagionale (quasi 17 casi per mille abitanti), la Regione cerca “medici sentinelle” per monitorare la situazione sanitaria. Stanziando in tutto 550mila euro: ogni medico riceverà un importo forfettario di 2mila euro per caricare settimanalmente i dati di almeno l’85% delle settimane da ottobre ad aprile.

Solo che, a quanto riferiscono le organizzazioni di categoria, i medici non sono stati informati. «Lo apprendiamo dal Bur», dice il segretario veneto della Fimmg, Maurizio Scassola.


IL PROVVEDIMENTO
Sul Bollettino ufficiale della Regione ieri è stata pubblicata la delibera 1626 approvata dalla giunta, su proposta dell’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, lo scorso 22 dicembre. Si tratta dell’aggiornamento del Piano pandemico regionale. «Ogni anno - ha spiegato Lanzarin - soprattutto durante la stagione invernale, circolano diversi virus respiratori. In alcuni casi i virus possono causare forme gravi e complicate, soprattutto nei soggetti affetti da malattie croniche preesistenti. Il Covid -19 ha confermato, da un lato, l’imprevedibilità della diffusione di patogeni capaci di causare epidemie o pandemie e, dall’altro, la necessità di essere il più preparati possibile ad attuare tutte le misure per contenerli». Ecco allora la necessità di «disporre di differenti sistemi di sorveglianza e di allerta rapida». In particolare, il sistema di sorveglianza si basa su una rete di “medici sentinella”, costituita da medici di medicina generale e da pediatri di libera scelta, reclutati dalle Ulss, per la segnalazione dei casi di sindrome simil-influenzale osservati tra i loro assistiti. Sono poi coinvolti i laboratori, i pronto soccorso, gli ospedali in caso di ricovero.
La delibera ha dunque incaricato le Ulss di “individuare i medici sentinella in numero sufficiente ad alimentare in modo significativo il flusso di dati per tutto l’anno” (in realtà da ottobre ad aprile). Ed è stato definito anche il “quantum”: “A supporto delle attività di sorveglianza epidemiologica ‘RespiVirNet’, le Ulss dovranno riconoscere a ciascun medico sentinella, che abbia partecipato al caricamento dei dati della sorveglianza epidemiologica, per almeno l’85% delle settimane dell’anno, un importo omnicomprensivo di euro 2.000. Analogamente, sarà riconosciuto un importo omnicomprensivo di euro 2.000 a ciascun medico sentinella che parteciperà alla sorveglianza virologica”.


LE REAZIONI
Cosa dicono i medici? «Non sappiamo nulla, lo apprendiamo dal Bur - dice Maurizio Scassola, segretario della Fimmg, la Federazione che rappresenta la maggior parte dei medici di base -. Ma questo modo di agire è inaccettabile, si delibera senza neanche consultarci. Noi avevano proposto di creare una rete di “medici sentinella” strutturata, non su base volontaria, per avere una mappatura omogenea e completa». I rapporti tra Fimmg e Regione si sono ulteriormente inaspriti lo scorso dicembre, quando il sindacato ha disertato l’incontro sull’Accordo integrativo regionale: la Fimmg si aspettava che Palazzo Balbi riconoscesse «almeno» 14 ore settimanali per il personale di ambulatorio da assegnare ai medici (in Veneto il 40% lavora da solo), la proposta è stata di 7. E da allora la situazione è di stallo.
«Il 2024 - dice Scassola - sarà un anno particolarmente duro perché ci saranno ulteriori pensionamenti e già adesso sono più di 600 le zone carenti: significa che almeno 600mila veneto non hanno il medico. Tra uscite e nuovi ingressi, la situazione dovrebbe stabilizzarsi tra il 2025 e il 2026». Ma al di là del monitoraggio con i “medici sentinella”, l’invito della Fimmg è di vaccinarsi: «Posto che il picco dell’influenza è previsto a fine gennaio e che servono un paio di settimane per sviluppare gli anticorpi, abbiamo ancora una quindicina di giorni di tempo per vaccinarci - dice Scassola -. E va considerato anche il vaccino contro il Covid, che purtroppo quest’anno ha avuto poco seguito, non so se raggiungeremo il 15%».
 

Ultimo aggiornamento: 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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