Fondi del Pnrr, a posto solo un'opera su 339, le altre pratiche sono ferme al palo

Giovedì 23 Novembre 2023 di Elisio Trevisan
VENEZIA Il punto della situazione in Prefettura sull'andamento delle pratiche burocratiche

MESTRE - I fondi del Pnrr, in sè, non sono a rischio, ma molti comuni dell’area metropolitana potrebbero perderli, paradossalmente, perché non li hanno ancora chiesti. E così potrebbero pure incappare nell’accusa di danno erariale perché in molti casi i cantieri sono già partiti e quindi dovranno pagare le imprese e i progettisti con fondi propri quando, invece, avrebbero potuto riceverli dall’Europa.

LE OPERE

Il problema riguarda molti territori italiani, ma nella sola provincia di Venezia ci sono 339 opere pubbliche in ballo. Per questo, dopo aver tenuto dieci giorni fa a Ca’ Corner un Tavolo di coordinamento del Presidio Unitario (con i rappresentanti della Rts, la Ragioneria Territoriale dello Stato, e del ministero dell’Interno), il prefetto Michele Di Bari ieri ha riunito i sindaci e i tecnici dei 44 comuni della Città Metropolitana nella sede provinciale di via Forte Marghera a Mestre: il tempo stringe e bisogna intervenire subito.

Tutti i progetti in scadenza il prossimo 31 dicembre sono a rischio, e ieri Maria Brogna, la direttrice generale per il Nordest della Ragioneria Territoriale dello Stato (del ministero dell’Economia e delle Finanze) lo ha spiegato bene annunciando che ogni amministrazione dovrà trasmettere i dati entro e non oltre il prossimo 12 dicembre. Altrimenti la Ragioneria non farà in tempo a vagliare i documenti relativi ai singoli progetti, farli verificare alla Prefettura, e poi al Dait, il Dipartimento per gli affari interni e territoriali del ministero dell’Interno che, se tutto a posto, darà ordine alla Ragioneria di pagare.


I NUMERI
Per comprendere quanto preoccupante sia la situazione, basta considerare che dei 339 progetti da vagliare, fino a venti giorni fa ne erano stati inviati solo 32 ma di questi la Ragioneria ne ha approvato uno solo e gli altri sono tutti stati restituiti ai Comuni perché li sistemino e li rimandino corretti. Materialmente ogni Comune deve inserire in ReGiS la documentazione di ogni progetto: ReGiS è il nuovo strumento unico, sviluppato per l’Italia dalla Ragioneria Generale dello Stato, attraverso cui le Amministrazioni centrali e territoriali devono adempiere agli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dall’Europa; con Regis è cambiato il sistema per imputare i dati e sono state riscontrate varie difficoltà per cui le amministrazioni locali stanno cercando di adeguarsi, ma evidentemente a fatica e troppo lentamente. Il fatto è che se i Comuni non imputano i dati in questo ReGiS, è come se i loro progetti non esistessero e quindi nessuno li finanzierà. Oltre alle difficoltà di imputare i dati, ieri è emerso che molti sono titubanti temendo che i progetti vengano respinti perché non conformi alle direttive europee specie per la parte ambientale. Il prefetto e la direttrice della Rts, però, hanno spiegato che questa eventualità non c’è dato che, se qualche opera fosse ritenuta non finanziabile con i fondi del Pnrr, ci penserebbe lo Stato a coprire la spesa. Difficoltà, poi, emergono anche su un altro versante, legate alla carenza di personale che colpisce anche la Ragioneria territoriale dello Stato: per il Triveneto ci sono 32 dipendenti dedicati al Pnrr che, però, devono occuparsi anche delle altre competenze dell’ufficio; e a Venezia l’organico, che si deve coordinare con l’area del Nord Est, è di sole tre persone. La scadenza imposta del 12 dicembre è, dunque, a maggior ragione invalicabile se si tiene conto che pochi impiegati devono verificare 339 progetti in un arco di tempo molto ristretto. Le difficoltà sono legate anche al fatto che il meccanismo è appena partito, i progetti in questione infatti sono i primi ad essere inseriti nell’ambito del Pnrr, sono quelli che otterranno i risultati entro il 30 giugno del 2026. 


STRUTTURA DI SUPPORTO
Ma si prevede che ci saranno anche altri, nuovi, Pnrr e che nel frattempo la piattaforma ReGiS vada a regime e sia finalmente oliata a dovere. La direttrice generale della Ragioneria, Maria Brogna, sta anche lavorando per creare una struttura di supporto ai Comuni, avvalendosi dei tecnici più abili scelti tra le Amministrazioni comunali e di quelli dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, in modo da ovviare alle difficoltà riscontrate in questa prima fase, a quelle tecniche e a quelle legate alla carenza di personale.
 

Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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