VENEZIA - Prima i consigli, le riunioni e la sensibilizzazione. Poi, da ieri, il protocollo: valido fino al 31 gennaio 2021 (data, per ora, di fine dello stato d’emergenza) e da verificare tra un mese esatto. Con un unico obiettivo: far scattare il semaforo rosso ai contagi tra i lavoratori, soprattutto bengalesi, delle ditte in sub appalto a Fincantieri, bloccando così uno dei principali focolai del Veneziano.
La firma sul documento l’hanno messa ieri Ulss 3 Serenissima, Fincantieri di Marghera e Confindustria Venezia. Il protocollo prevede l’effettuazione di tamponi rapidi da parte di addetti incaricati da Fincantieri, in una sede indicata da Fincantieri stessa, coinvolgendo a rotazione ogni settimana lavoratori in arrivo da diverse aree di lavoro, in modo tale da abbracciare l’intero complesso produttivo. Tra le altre misure previste, la sensibilizzazione verso i lavoratori non residenti ma domiciliati nel Veneziano perché tutti si dotino di un’adeguata assistenza sanitaria. Sul punto l’Azienda sanitaria ha garantito «in tempi brevi» l’assegnazione di un medico di famiglia a tutti coloro che ne hanno diritto.
«Il protocollo aggiunge una nuova progressiva azione di screening a quella svolta fin qui - ha commentato il dg dell’Ulss 3, Giuseppe Dal Ben - che ha già portato a migliaia di persone del settore della cantieristica sottoposte a tampone, nel quadro delle azioni di contact tracing sempre puntualmente messe in campo d’intesa con le aziende». «Di fronte alla recrudescenza del fenomeno Fincantieri - ha dichiarato Carlo Cremona, direttore delle Risorse Umane - non si è trovata impreparata, ponendo in essere misure aggiuntive che hanno consentito di identificare gran parte dei casi di contagio nel personale». Dello stesso avviso anche Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia-Rovigo: «Fincantieri attua a Marghera un progetto pilota che consentirà di limitare al minimo i contagi identificando gli eventuali casi positivi, nel minor tempo possibile».
SCUOLE SICURE Se Fincantieri rappresenta un fronte dell’emergenza, le scuole del Veneziano respirano: pochi i focolai negli istituti, una decina in tutto, con il rapporto tra contagiati e isolati più basso dell’intera regione. Tra Ulss 3 e Ulss 4 sono infatti 124 le classi con almeno un contagiato che hanno partorito 770 ragazzi e 120 tra docenti e operatori (di scuole di ogni ordine e grado) in isolamento. Soppesati, i numeri raccontano di come il virus entri nelle scuole ma anche come il contagio si fermi e non si espanda, merito del tracciamento e degli isolamenti in casi di positivi.
GIORNATA PESANTE Quella di venerdì 16 ottobre è stata una delle giornate più difficili per il Veneziano: tutti gli indicatori sono aumentati. Balzo in avanti dei contagiati: +115, quinta variazione di sempre a fronte di un aumento dei tamponi con il totale a quota 5.361. Cinque ricoveri in più (115 la somma), uno dei quali in Terapia intensiva (che arriva così a 10 pazienti Covid) e dei decessi: anche ieri una nuova croce, 338 in totale, il sesto morto da lunedì. Tra i focolai preoccupano Villa Salus di Mestre e il fatebenefratelli di Venezia.