Federica Pellegrini, stoccata a Sinner sul doping (Clostebol): «Giusto difenderlo ma è stato trattato in modo diverso»

La Divina, classe 1988 e 130 medaglie d'oro ai campionati italiani di nuoto, si chiede quindi perché il caso Sinner debba essere diverso

venerdì 11 aprile 2025 di Redazione web
Federica Pellegrini, stoccata a Sinner sul doping (Clostebol): «Giusto difenderlo ma è stato trattato in modo diverso»

Un colpo d'ala con tutta la potenza delle bracciate dello stile farfalla, più che a stile libero, la disciplina natatoria preferita dalla Divina: Federica Pellegrini parla del caso doping (clostebol) di Jannik Sinner e lo fa tirando una stoccata: «Giusto difendere Jannik ma è stato trattato in modo diverso rispetto a tutti gli altri casi perché tanti hanno pagato una negligenza nell'uso di un farmaco: è giusto perché il doping si combatte così».

Federica Pellegrini ha parlato a Repubblica del caso Sinner. «Jannik è molto amato e dunque viene difeso sotto ogni aspetto, a prescindere, e questo lo trovo giusto. Ma credo che la sua vicenda sia stata trattata diversamente dal 99% dei casi - prosegue la ex nuotatrice -, non tutti sanno come funziona per un atleta soggetto a controlli antidoping a sorpresa e in competizione durante tutto l’anno. Bisognerebbe spiegare questa cosa per spiegare il caso Sinner. Gli atleti - rivela la Divina, 130 medaglie d'oro ai campionati italiani - vivono con un pensiero costante, quello di dover fornire un’ora di slot di reperibilità ogni giorno della vita anche quando sono in vacanza per consentire all’antidoping di andarli a trovare dovunque siano. Io avevo una sveglia che suonava alle 10 di sera con scritto location form, per ricordarmi che dovevo aggiornare ogni volta l’indirizzo. Lo considero giusto altrimenti diventa sempre di più una lotta impari. Quanto alla responsabilità oggettiva rispetto al team, va detto che non è che se il mio fisioterapista si beve una birra e investe qualcuno è colpa mia, ma diventa una mia responsabilità se il fisioterapista usa una crema su di me e poi io risulto positivo. Vale per tutti, non è il caso Sinner a essere strano».

Federica Pellegrini, classe 1988, si chiede quindi perché il caso Sinner debba essere diverso, quando diverso è stato: «la soluzione è arrivata solo dopo i ricorsi della Wada. Una sospensione immediata non c’è stata. Non dico che ci dovesse essere. Ma di fatto è stato trattato come un caso diverso dal 99% degli altri atleti che hanno affrontato e pagato una negligenza per doping. C’è una casistica anche nel nuoto, dove per esempio alcuni hanno usato un inalatore diverso per l’asma e poi sono risultati positivi. Oppure a causa di creme comprate magari all’estero. Quando vai in farmacia a chiedere un farmaco specifico lo porti al medico della federazione che lo controlla, lo scheda e vede se ci sono principi attivi o contaminazioni: solo se è ok allora lo puoi utilizzare. Non è una vita semplice - conclude Pellegrini -, ma credo sia l’unico modo per combattere il doping».

Ultimo aggiornamento: 13:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci