Un colpo d'ala con tutta la potenza delle bracciate dello stile farfalla, più che a stile libero, la disciplina natatoria preferita dalla Divina: Federica Pellegrini parla del caso doping (clostebol) di Jannik Sinner e lo fa tirando una stoccata: «Giusto difendere Jannik ma è stato trattato in modo diverso rispetto a tutti gli altri casi perché tanti hanno pagato una negligenza nell'uso di un farmaco: è giusto perché il doping si combatte così».
Federica Pellegrini, classe 1988, si chiede quindi perché il caso Sinner debba essere diverso, quando diverso è stato: «la soluzione è arrivata solo dopo i ricorsi della Wada. Una sospensione immediata non c’è stata. Non dico che ci dovesse essere. Ma di fatto è stato trattato come un caso diverso dal 99% degli altri atleti che hanno affrontato e pagato una negligenza per doping. C’è una casistica anche nel nuoto, dove per esempio alcuni hanno usato un inalatore diverso per l’asma e poi sono risultati positivi. Oppure a causa di creme comprate magari all’estero. Quando vai in farmacia a chiedere un farmaco specifico lo porti al medico della federazione che lo controlla, lo scheda e vede se ci sono principi attivi o contaminazioni: solo se è ok allora lo puoi utilizzare. Non è una vita semplice - conclude Pellegrini -, ma credo sia l’unico modo per combattere il doping».