Sinner, parla l'ex preparatore Ferrara: «Caso Clostebol? Ecco come è andata. Ho sofferto per la chiusura del rapporto con Jannik»

L'intervista dell'ex preparatore atletico di Jannik a circa un anno dall'accaduto

giovedì 3 aprile 2025 di Redazione Web
Sinner e Ferrara

Dopo quasi un anno di silenzio, Umberto Ferrara ha deciso di parlare e raccontare dall'interno la vicenda Sinner. S tratta dell'ex preparatore atletico dell'altoatesino che ha vissuto da vicino il caso doping legata al Clostebol che ha poi portato alla squalifica di tre mesi per Jannik e che ha portato alla chiusura del rapporto professionale col tennista italiano. 

 

Ferrara aveva portato in America lo spry che, usato dal fisioterapista Giacomo Naldi, aveva contaminato Sinner durante il torneo di Indian Wells 2024. Naldi aveva trattato l'attuale n.1 del mondo senza guanti e senza aver lavato le mani. Una ricostruzione mai messa in dubbio neppure dalla Wada ma che non ha tolto responsabilità al tennista azzurro. Umberto Ferrara ha ricevuto per mesi pesanti accuse, restando in silenzio.

Adesso ha deciso di parlare: «Era giusto attendere la pronuncia degli organi competenti, che non mette in dubbio il mio operato. Ho subito un grave danno reputazionale, personale e professionale. Tutti hanno letto articoli o commenti che riportavano fatti non veritieri e non conformi a quanto accertato dal Tribunale Indipendente», ha detto a La Gazzetta dello Sport. 

Le parole dell'ex preparatore di Sinner 

«Perché comprai quello spray? Lo utilizzo da anni in quanto prescritto dal medico specialista quale farmaco di supporto per una patologia cronica. Sapevo benissimo che sarebbe potuto servirmi per la patologia e dovevo averlo a disposizione, essendo all'estero. Non ho consegnato nulla a Naldi, gli ho suggerito l'utilizzo in quanto aveva un taglio su un dito che non cicatrizzava e rendeva complesso il suo lavoro. In modo chiaro gli comunicai la natura del prodotto e gli eventuali rischi nell'entrare in contatto con Jannik. Avevo consentito l'uso solo all'interno del mio bagno personale, Naldi non ha negato di essere stato informato ma ha detto di non ricordare».

«Prima della comunicazione della positività non ho assolutamente avuto il sospetto che Naldi avesse trattato Jannik senza guanti o senza aver lavato le mani, proprio per gli avvertimenti che gli avevo fornito e per le sue competenze. La reazione alla notizia? Incredulità e stupore. Sentendo parlare di clostebol, il collegamento con il Trofodermin è stato immediato. In poche ore abbiamo ricostruito i passaggi che hanno portato alla contaminazione di Jannik e ho fornito le prove dell’acquisto dello spray presso una farmacia di Bologna».

 

Umberto Ferrara ha proseguito: «Ho trovato molto equilibrate le dichiarazioni e ho apprezzato il fatto che ITIA abbia chiarito di aver fondato le valutazioni sulla base di una consulenza resa da un team legale. Se rifarei tutto? Con il senno di poi è facile dire che non rifarei le stesse cose. Sicuramente, non farei più affidamento sul comportamento di altre persone. Mi ha fatto soffrire la superficialità, a volte aggravata dalla malafede, con cui molte persone hanno trattato la mia posizione all’interno di questa vicenda».

Il giudizio di Ferrara su Jannik 

Umberto Ferrara si è espresso così sulla gestione di Sinner nonostante la giovane età: «Nonostante i suoi 23 anni ha mostrato una maturità fuori dal comune nell’affrontare la vicenda, secondo me sostenuta dalla corretta convinzione di essere nella ragione. Jannik ha un’etica del lavoro e una dedizione che sono uniche, questo approccio lo porta ad alzare continuamente l’asticella. Lavorare con Sinner è gratificante e stimolante. L’ultima volta ci siamo visti a Doha e ci siamo salutati. Ho sofferto molto per la chiusura del rapporto, ma ero consapevole potesse essere uno dei possibili epiloghi di questa storia».

Ultimo aggiornamento: 4 aprile, 12:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci