Troppi psicofarmaci ai bambini, medico a giudizio per lesioni personali

Mercoledì 27 Marzo 2019 di Nicola Munaro
Troppi psicofarmaci ai bambini, medico a giudizio per lesioni personali
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VENEZIA -  L'accusa, tutta da provare, è quella di aver imbottito di farmaci due bambini che di medicine non ne avevano bisogno. Per questo il professor Dino Maschietto, 68 anni, veneziano, primario dell'Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell'ospedale di San Donà di Piave si trova di fronte al tribunale di Gorizia con le accuse di lesioni personali aggravate.
Un'imputazione che il camice bianco - considerato un luminare nel suo campo - divide in concorso con i genitori dei due bambini: il padre, medico a sua volta in un ospedale del Friuli Venezia Giulia, e la madre. Entrambi residenti in Slovenia e considerati dalla pubblica accusa a loro volta responsabili - a vario titolo - di reati che vanno dai maltrattamenti al falso ideologico, dalla calunnia all'interruzione di pubblico ufficio in una vicenda che ora è a processo (la prossima udienza è in agenda a metà aprile) e che vede di fronte al giudice altri medici in servizio nel Nord Italia. 
LE IMPUTAZIONI Tutti accusati dal pubblico ministero di Gorizia, Valentina Bossi, di aver dato corda alle volontà dei due genitori che, secondo l'ipotesi da cui discende l'intero fascicolo, avrebbero «maltrattato i due minori sin dalla più tenera età sottoponendo i due bambini a reiterate quanto inutili cure, sostenendo che entrambi erano malati: patologie - scrive ancora la procura - tutte riscontrate inesistenti, tuttavia con riscontro potuto avvenire solo dopo l'allontanamento dei minori dal nucleo familiare».
Nello specifico, ciò di cui il professor Maschietto si dovrà difendere è «l'aver cagionato» ai due bambini (che all'epoca dei fatti avevano 8 e 6 anni), in concorso con i loro genitori, «lesioni personali volontarie prescrivendo» farmaci e dosaggi «in assenza delle caratteristiche del disturbo in argomento e in assenza delle caratteristiche della sindrome di Asperger, così determinando un traumatismo di natura iatrogena» in uno dei due piccoli pazienti. E prescrivendo per «entrambi i minori l'assunzione di farmaci antipsicotici in assenza di accertamenti oggettivi di qualsiasi natura». 
LA DIFESA «Siamo di fronte a un qualcosa che è difficile da decifrare - spiega l'avvocato Graziano Stocco, difensore del primario - Un'accusa che definirei kafkiana: o siamo di fronte ad un'errore di dolo o non si capisce di cosa il mio assistito viene accusato. Il dottor Maschietto è sereno, seppur contrariato dal dover fare i conti con una simile contestazione. A processo dimostreremo come non ci sia stato errore, nemmeno colposo, nelle valutazioni del medico, che ha fatto di tutto, tutto quanto era doveroso fare come protocollo, di fronte ai due pazienti che gli erano stati portati in osservazione». Il sostegno alle tesi difensive arriverà da una serie di consulenze che - aggiunge ancora il legale - dimostreranno come i due bambini siano stati ricoverati e come «il dottor Maschietto abbia fatto una diagnosi giusta e abbia di conseguenza somministrato i farmaci che doveva. È un luminare nella sua materia e non si è limitato ad ascoltare quanto dicevano i genitori dei due bambini. Ci sono atti che documentano quanto fatto e per quanto tempo lui si sia preso cura dei piccoli pazienti. Delle due, l'una: o la procura dimostra che c'è un errore diagnostico, escluso dai nostri consulenti, o siamo solo di fronte a delle illazioni».
 
Ultimo aggiornamento: 09:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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