Fallita la ditta del braccio destro dei Casalesi di Eraclea

Giovedì 6 Febbraio 2020 di Davide Tamiello
Fallita la ditta del braccio destro dei Casalesi di Eraclea
ERACLEA - Messo fuori gioco il suo titolare, Christian Sgnaolin, arrestato un anno fa nell’ambito dell’operazione che aveva smantellato il clan dei Casalesi di Eraclea del boss Luciano Donadio, l’azienda aveva cominciato a non avere più una direzione. Anche perché, come evidenziato dall’inchiesta della procura veneziana, gran parte degli affari della società era collegata alle attività di Donadio. Dal 31 gennaio, quella ditta non esiste più: la “Imperial Agency” è stata dichiarata fallita. Ora è nelle mani di un curatore, che dovrà gestirne i conti e cercare di risolvere eventuali pendenze. Una decina gli impiegati rimasti senza lavoro. 
La Imperial Agency era molto attiva sul fronte della sicurezza aziendale, tanto da avere tra i suoi clienti numerose società ed enti pubblici. In ballo c’era anche la formazione di tutti i dipendenti che lavorano in subappalto per la Fincantieri nella realizzazione delle grandi navi, quasi tutti stranieri, originari principalmente da Bangladesh e Romania. Molti dei corsi, però, non si sono mai svolti, anche se venivano regolarmente fatturati alle società subappaltatrici. Il classico modus operandi di una “cartiera”, secondo gli investigatori. A mettere gli inquirenti sulla strada della Imperial Agency era stato il consulente del lavoro di Torre di Mosto Angelo Di Corrado che, dopo aver lavorato a lungo per Fincantieri, ed essere stato estromesso dalla società, aveva iniziato a tenere la contabilità e le buste paga proprio di numerose società che si occupavano dei lavori in subappalto per i cantieri navali. Di Corrado, che all’epoca era tra gli stretti collaboratori di Donadio, aveva spiegato di aver messo in contatto il titolare della Imperial Agency con il commercialista di Fincantieri referente delle società subappaltatrici per dare il via ad un progetto di formazione antinfortunistica. Successivamente il progetto di formazione sarebbe stato presentato a una serie di alti dirigenti Fincantieri, con l’obiettivo di creare anche «una banca dati nazionale che riportasse i dati della formazione di ciascun lavoratore». 
Per anni Sgnaolin, che è di San Donà, è stato il braccio destro (imprenditoriale) del boss. Negli ultimi mesi ha deciso di parlare con l’obiettivo di diventare collaboratore di giustizia. «Luciano Donadio? Persona arrogante, ammalato di megalomania». Lo aveva descritto così, nelle centinaia di pagine di verbale, nel corso del colloquio con il pubblico ministero Roberto Terzo, titolare del fascicolo sugli affari dei Casalesi. Da agosto, l’ex titolare della Imperial Agency è stato ascoltato già quattro volte. Sgnaolin ha ricostruito le attività imprenditoriali del gruppo Donadio, raccontando che nel 2007 arrivarono ad avere 150 operai. «Io gestivo tutti i cantieri - ha precisato - ma guadagnavo anche sugli operai delle mie squadre (3-5 euro all’ora), arrivando a guadagnare da 20 ai 25mila euro al mese... ne spendevo 1000 di cocaina al giorno, facevo la bella vita. Dopo l’arresto per usura di Donadio si bloccarono i lavori e io rimasi solo con i debiti... non ero pertanto più in grado di lasciare Donadio». Finito in carcere il boss, sgretolato l’impero dei Casalesi in Veneto orientale, e senza più una guida, evidentemente l’azienda non è stata più in grado di reggersi in piedi solo sulle proprie gambe. 
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