Alessandro scrive a Papa Bergoglio: «Sono disabile e voglio fare il prete»

Venerdì 27 Dicembre 2019 di Diego Degan
Alessandro Bottin con gli amici a Pegolotte di Cona
CONA - «Da grande voglio fare il cappellano militare». Aveva le idee chiare sin da piccolo Alessandro Bottin, quando confidava alla maestra i suoi sogni per il futuro. Con la semplicità dei bambini riusciva così a far coesistere l’ammirazione per il papà aviere e il primo manifestarsi di una vocazione. E se l’attrazione per il mondo militare col tempo si è ridimensionata, quel desiderio di dedicare la sua vita al sacerdozio non lo ha più lasciato.

REALIZZARE UN SOGNO
Oggi, all’età di 24 anni, una laurea freschissima in teologia, vorrebbe realizzare il suo sogno. Ma il suo non sarà un cammino semplice. Alessandro è stato colpito, alla nascita, da paralisi cerebrale infantile, la cui conseguenza, una tetraparesi distonica, non gli consente di muoversi autonomamente, né di parlare. Ma ha imparato a comunicare con la tavoletta Etran ed è proprio lui a raccontare la sua storia e i suoi progetti nel libro “Eccomi! Storia di una chiamata”, presentato nei giorni scorsi nella sala parrocchiale di Pegolotte, il paese di Alessandro e della sua famiglia.

IL RACCONTO DI UNA VITA
Un libro nel quale Alessandro ripercorre la sua vita, dalla nascita (era l’11 maggio 1995, «Qualcosa è andato storto», dissero i medici a suo padre), alle sue esperienze di “bambino speciale” che, però, ha fatto tutto quello che facevano i suoi coetanei, fino alla laurea all’Istituto superiore di scienze religiose, a Padova, lo scorso ottobre, il passo fondamentale in vista del suo prossimo obiettivo, la meta a cui ambisce fin da bambino: diventare sacerdote.
Alessandro “ricorda” tutto fin dall’inizio, comprese le prime incertezze dei suoi genitori («Mio papà pesava che fosse meglio aspettare prima di mettere fuori le fiocche azzurre già pronte in casa, ma mia nonna Clemenza gli rispose “se è nato si mettono le fiocche”»), compresa la consapevolezza delle conseguenze della paralisi cerebrale che si faceva strada, a poco a poco, nelle loro menti, ma non ha dubbi nel definire la sua «un’infanzia felice», vissuta assieme al fratello maggiore Gabriele e ai genitori, Antonio e Angelica, che hanno voluto, per lui, una vita ”normale”: a scuola, con gli altri bambini, a casa e in vacanza, insieme alla famiglia.

LA TAVOLETTA ETRAN
Tra le pagine del libro si susseguono i racconti di Alessandro e delle persone, insegnanti, assistenti, amici e compagni di classe, che lo hanno conosciuto e che hanno compreso la sua personalità, la sua voglia di vivere e la sua forza di volontà, in un intrecciarsi di ricordi che segnano le tappe fondamentali della sua crescita. Quella raggiunta, ad esempio, in quinta elementare, quando Alessandro imparò ad usare la tavoletta Etran (Eye transfer), una lavagnetta di plexiglass trasparente, con numeri e lettere, posta all’altezza degli occhi dei due interlocutori: uno fissa un simbolo e l’altro, incrociando lo sguardo, lo riconosce e, lettera per lettera, ricostruisce la parola.

LA BIOGRAFIA
«Ci vuole un po’ di pratica», dice Alessandro, ma il metodo è più veloce della scrittura a computer cui era obbligato prima. Da quel momento in poi la tavoletta Etran sarà il principale mezzo di comunicazione di Alessandro, quello che gli permetterà di affermare la sua autonomia di pensiero e che, soprattutto alle superiori (gli studi di ragioneria a Piove di Sacco) quando ha sentito la necessità di essere «accettato per quello che avevo di simile ai miei compagni», lo ha liberato dalla necessità di usare il computer. E proprio la tavoletta è stato il mezzo che Alessandro ha usato per scrivere, con l’aiuto di Emiliano, il suo attuale assistente, la sua biografia.

A che scopo? Alessandro lo spiega in poche righe: «Ognuno di noi ha una vocazione e ogni vocazione va accolta con fiducia, perseveranza e coraggio. Mi auguro che la mia esperienza possa essere di stimolo per chiunque legga queste pagine». Ce la farà a diventare sacerdote? L’impossibilità pratica di impartire i sacramenti sembra un ostacolo insormontabile, ma Alessandro non intende rinunciare, e ha già scritto a Papa Francesco.
Ultimo aggiornamento: 16:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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