CHIOGGIA - Ucciderlo per mangiarlo o, semplicemente, ucciderlo e smaltirlo in qualche modo? Da quando il problema del granchio blu è salito alla ribalta, attorno a questa domanda si è innescato un acceso dibattito.
Invasione granchio blu
Ma gli addetti ai lavori non credono che questo basti a risolvere il problema. «Non saranno purtroppo i ravioli a salvare le nostre vongole dal granchio blu dice Paolo Tiozzo, vicepresidente Fedagripesca-Confcooperative - Iniziative come queste hanno il sapore del folklore gastronomico ma sono ininfluenti nella battaglia per debellare questa specie aliena. E anche sul fronte delle ricadute economiche, non ci sono vantaggi per i produttori di vongole che lamentano circa il-70% in meno di prodotto rispetto al 2022, ovvero prima dell'invasione del granchio blu. Per uscire dal guado occorre, invece, una pesca intensiva dei granchi che infestano le nostre acque con strumenti mirati e il supporto della ricerca scientifica». Sarebbero 8 su 10 gli italiani spinti ad assaggiare piatti a base di granchio blu per moda o curiosità, ma il granchio non è riuscito a scalzare i piatti tipici della tradizione come gli spaghetti con le vongole che restano in vetta alla classifica. Negli Stati Uniti questo prodotto viene venduto a 100 euro al chilo ma, in Italia, i pescatori sono costretti a buttare via il 90% degli esemplari, da cui guadagnano al massimo 1,50 euro al chilo, perché quelli più piccoli non sono richiesti. Oltreoceano, invece, ogni singolo granchio ha uno sbocco commerciale. I produttori italiani di vongole avevano fatto realizzare delle cartoline di Natale sul tema granchio blu da affrancare e spedire alla premier Giorgia Meloni. E proprio durante il periodo natalizio è arrivato il sospirato via libera nazionale allo stato di emergenza.