Burioni contro l'aperitivo gratis a Venezia: «La gente deve stare a casa»

Giovedì 5 Marzo 2020 di Nicola Munaro
Il virologo Roberto Burioni
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VENEZIA - In principio, ieri mattina, fu Burioni Roberto, virologo e voce chiara del mondo della scienza. Senza mezzi termini aveva cinguettato su Twitter contro l'iniziativa dell'Associazione Piazza San Marco e dei suoi caffè: di qui a fine mese prendi un aperitivo tra le 17 e le 20 e l'altro lo offre la ditta. In una città inserita dal Governo nella zona gialla - cioè intermedia - del diffondersi del contagio. «Venezia: aperitivo gratis in Piazza San Marco per ripartire. Ma lo avete capito che la gente deve stare a casa altrimenti quello che riparte è il virus?», il tweet di ieri mattina del virologo che sul proprio profilo ha scatenato una ridda di commenti legati all'iniziativa, spaccando anche la platea. 

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IL GAMBERO
Una presa di posizione ripresa nel pomeriggio di ieri dalla pagina internet ufficiale del Gambero Rosso. «Venezia non può essere lasciata sola - è l'inizio del passaggio chiave del post - Diverso, però, ci sembra l'appello a contravvenire al sopraccitato buon senso: se è giusto non svuotare i ristoranti (di Venezia, come delle altre città d'Italia), è certamente meno prudente incentivare raduni di piazza e assembramenti al banco del bar proprio quando l'unica arma che abbiamo per ridurre l'impatto del contagio è minimizzare le relazioni sociali». 

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VUOTI

E Venezia? Ieri sera, alle 18, Piazza San Marco, quello che è uno dei salotti più belli del mondo, non brulicava. Sotto i portici delle Procuratie Vecchie circa duecento persone brindavano e chiacchieravano all'esterno e sui tavolini dei caffè Lavena e Quadri, di solito imbottiti di turisti da ogni parte del globo e svuotati della loro anima veneziana. La stessa che l'Associazione Piazza San Marco vuole ora recuperare. «Volete parlare di Burioni immagino» scherzano Claudio Vernier, presidente dell'Associazone e titolare del caffè Al Todaro e Raffaele Alajmo, titolare del Gran Caffè Quadri. Assieme, seduti al Quadri, alzano lo scudo a difesa dell'iniziativa. «Forse il professor Burioni si immaginava un rave party in Piazza San Marco - attacca Alajmo - Ci sono i tavoli pieni, ma non è un'idea lanciata per guadagnare: con il prezzo di un aperitivo se ne vendono due. La Piazza non è invasa da un assembramento di persone». «Bene, e se chiudessero i caffè di piazza allora? - si chiede Vernier - Noi rispettiamo le regole nell'alveo di quelle che ci sono state date. I tavoli sono a distanza, non serviamo al banco. Se cambiano ancora la normativa ci adegueremo. Siamo con gli occhi del mondo puntati addosso, non possiamo sbagliare, per noi è un momento importante e decisivo per rinascere».

 

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Poco più in là al caffè Lavena è lo stesso direttore Massimo Milanese a far rispettare il decreto del Consiglio dei ministri filtrando gli ingressi, come scritto sul cartello affisso alla porta.
Si entra, quando un altro esce. «L'iniziativa va bene - commenta, mentre fa da usciere - Siamo sotto pressione perché lo è tutta la città. È un aperitivo per Venezia, questo il senso. Meno male che c'è questo». Di giorno i gran caffè sono vuoti. Ed è il senso ultimo della paura.

Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 09:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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