Venezia. «Caso Orsini» in consiglio Veneto: salta la presentazione del libro del prof filo-Putin

Il segretario generale Valente aveva espresso pesanti riserve sull’iniziativa

Giovedì 20 Luglio 2023 di Alda Vanzan
Alessandro Orsini

VENEZIA - Premesso che il consiglio regionale del Veneto è diventato un “presentificio” (non potendo, più che altro per mancanza di pecunia, approvare nuove leggi si è scelta la via di presentare il presentabile, dalle sagre alle rassegne gastronomiche, ma soprattutto libri), in queste ore a Palazzo Ferro Fini è scoppiato il “caso Orsini”. Alessandro Orsini è il professore universitario e sociologo diventato famoso dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e che ha diviso l’opinione pubblica: c’è chi lo considera una voce fuori del coro e chi invece lo contesta per essere filo Putin oltre che per aver sbagliato clamorosamente i pronostici dell’andamento del conflitto. Fatto sta che l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale del Veneto l’ha invitato a Venezia per presentare il suo “Ucraina. Critica della politica internazionale”, un libro peraltro neanche tanto recente - è uscito nel 2022 - solo che nel giro di ventiquattr’ore la data fissata è stata cancellata: doveva essere venerdì prossimo 28 luglio, se ne riparlerà - forse - a settembre. Ufficialmente per motivi strettamente personali legati all’indisponibilità dell’autore per quella giornata, ufficiosamente perché il caso in Regione stava per deflagrare. Tanto per dirne una: l’iniziativa era stata decisa con il parere contrario della Segreteria generale.

Tutto nero su bianco: il segretario generale Roberto Valente ha espresso «riserve sull’iniziativa in quando tocca temi di politica estera di competenza governativa, rispetto ai quali il governo ha una chiara e netta posizione». Si dirà: parlare di un libro è sempre istruttivo. «La censura non fa mai bene», ha detto infatti Ciambetti. Ma c’è stato chi ha obiettato: sicuri che sia opportuno fare la presentazione di questo libro e di questo autore su questo tema nella sede istituzionale della Regione, tra l’altro senza contraddittorio?

L'antefatto

È successo tutto martedì, quando, in una pausa dei lavori del consiglio regionale, si è riunito l’Ufficio di presidenza. C’erano il presidente Roberto Ciambetti, la vice Francesca Zottis, le consigliere segretarie Alessandra Sponda (collegata da remoto) e Erika Baldin, assente il solo vice vicario Nicola Finco. All’ordine del giorno due comunicazioni del presidente: la presentazione del libro di Orsini sull’Ucraina per il 28 luglio e quello di Margherita Tancini sul “Santuario di Arturo” (data in questo caso da fissare). La richiesta di ospitare Orsini a Venezia in realtà partiva da Luciano Sandonà, il consigliere regionale padovano eletto nella Lista Zaia Presidente che più volte ha espresso posizioni filo russe e che con Ciambetti e Valdegamberi è stato in Crimea. Lo scorso 11 luglio Sandonà ha inviato una mail alla presidenza del consiglio regionale con la richiesta «di ospitare presso questa sede consiliare, venerdì 28 luglio 2023, la presentazione del libro “Ucraina. Critica della politica internazionale” di Alessandro Orsini, uscito nel 2022 all’indomani dello scoppio della guerra”. Sandonà aveva allegato alla richiesta una scheda del libro. Ma il segretario generale Roberto Valente ha storto il naso: la decisione sarebbe stata politica, certo, ma dal punto di vista tecnico qualche obiezione c’era. «La Segreteria generale - ha scritto infatti Valente nella comunicazione all’ufficio di presidenza - esprimendo riserve sull’iniziativa, in quando tocca temi di politica estera di competenza governativa, rispetto ai quali il governo ha una chiara e netta posizione, provvederà (...) all’organizzazione della presentazione». Della serie: lo faccio, ma sappiate che non sono affatto convinto. Tant’è, ieri pomeriggio il rinvio: il libro non sarà presentato venerdì 28, se ne riparlerà dopo le ferie.

Insulti

E con il rimprovero ufficiale di Ciambetti sembra chiuso anche il “caso Valdegamberi”. Il consigliere regionale che l’altro pomeriggio ha dato della «stupida» a Francesca Zottis, che in quel momento presiedeva l’assemblea, non ritiene però di doversi scusare. «Non avrei mai usato la parola stupida come in tanti anni non l’ho mai detta per nessuno - ha detto ieri -. Zottis dicendo che ha il diritto di togliermi la parola (su un intervento del tutto pertinente) e aggiungendo di non essere stupida, ha dato dello stupido a me! Ecco perché la risposta “Diritto a che cosa? Di essere stupida? Lei non ha il diritto di essere stupida!”. Registrare una risposta senza l’affermazione precedente è una grave scorrettezza. È stata infatti la presidente Zottis a usare per prima la parola “stupida” ma questo non emerge dal verbale perché lei si era tolta l’audio, ho anche testimoni. Le mie parole invece sono state registrate. Scusarmi? Sono io la parte offesa, mi hanno impedito di svolgere il mio ruolo di consigliere».

Ultimo aggiornamento: 17:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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